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Un corteo domani a Napoli (dalle 18 a Piazza Dante) per chiedere misure di tutela al diritto all’abitare, e arginare la marea del “caro affitti” nelle zone turistiche. I movimenti invocano da Comune e Regione provvedimenti per le fasce più deboli, a partire dal blocco ai fitti brevi, come appena fatto a Firenze. Ma accusano le amministrazioni locali, sull’argomento, di giocare a rimpiattino.

“In queste settimane l’amministrazione Manfredi, quando è stata incalzata su questi temi – afferma Chiara Capretti, consigliera di Potere al Popolo alla seconda municipalità -, è stata molto evasiva, dicendo che l’unica cosa che si poteva fare era aspettare una legge nazionale e che nulla potevano i Comuni. Ma non è vero: persino il sindaco di Firenze, Nardella, che non mi sembra un pericoloso sovversivo, lo sta dimostrando”. L’happening per lanciare la manifestazione è in piazza Dante, dove i promotori montano una tenda da campeggio. Sopra c’è il cartello “Affittasi 400 euro a notte”.

“La continua apertura di nuove ‘case vacanza’ a Napoli e il mancato governo del boom turistico significa – spiegano gli organizzatori del corteo che partirà alle 18 da piazza Dante – aumento degli affitti e degli sfratti, chiusura dei negozi di prossimità, stravolgimento della città. Nessuno tra governo, regione e comune si è finora davvero assunto le sue responsabilità”.

La piattaforma di richieste – elaborata da Rete Set, Campagna per il diritto all’abitare, Rete dei beni comuni, Mi Riconosci, Asia-USB, Collettivo Autorganizzato Universitario (CAU), Associazione italiana dei dottorandi e dottori di ricerca (ADI), Potere al Popolo – prevede, tra l’altro, un regolamento partecipato contro l’aumento di case vacanza, lo stop agli sfratti, alloggi per studenti, di cui c’è forte carenza.

“Il problema – sottolinea Caprettiè innescato dall’aumento di alloggi ad uso ricettivo che stanno sottraendo sempre più gli alloggi alla loro funzione residenziale per famiglie, studenti, lavoratori. Non solo si sottraggono, ma aumenta la speculazione rispetto al resto del mercato immobiliare. Per cui il costo di un affitto oggi a Napoli tocca cifre insostenibili anche rispetto al reddito pro capito di una città che vive spesso di lavori precari, se non addirittura al nero”.

Però intervenire si può, secondo i movimenti. “Lo abbiamo visto anche negli ultimi giorni con l’annuncio di Nardella a Firenze – ribadisce l’esponente di PaP -, che dopo tantissimi anni in cui in quella città si è sviluppata una grossa mobilitazione per il diritto all’abitare, si è trovato a dover annunciare il blocco immediato delle licenze, una proposta che da anni portiamo avanti. Monitorare chi fa gli affitti brevi, obbligandolo a fare una Scia, quindi una comunicazione di esercizio di attività commerciale, permetterebbe ai Comuni da subito di regolamentare il fenomeno e porre dei limiti”.

Soprattutto “in aree come il centro storico Unesco a Napoli, dove c’è la più grande presenza di strutture ricettive: gli ultimi dati ci dicono che su 9.000 appartamenti messi qui a disposizione da Airbnb, quasi 6.000 sono concentrati nel centro storico”. Invece, il mercato dei fitti è sempre più selettivo. “Oggi – dichiara Alfonso De Vito dello Sportello per il diritto all’abitare – si chiede il doppio stipendio a garanzia. Ho seguito dei casi di persone sfrattate, che avevano una pensione di invalidità: depressione bipolare, anziani con diagnosi di carcinoma al polmone, ma questi tipi di redditi sono stigma, la casa non te la affitta nessuno”.