- Pubblicità -
Tempo di lettura: 4 minuti

Napoli – “Stiamo attraversando una fase di picco, tenuto anche conto che siamo l’unico presidio infettivologico della città, ma possiamo dire che l’emergenza dettata dal grande afflusso di pazienti la notte dell’Epifania è rientrata. Ciò anche grazie alla collaborazione della rete ospedaliera“. Così la bed manager dell’Azienda dei Colli di Napoli, Maria Cristina Boccia, fa il punto sulla situazione Covid al Cotugno, l’ospedale partenopeo specializzato nella cura delle malattie infettive preso d’assalto la notte tra il 5 e il 6 gennaio con circa venti ambulanze in fila ad attendere. “Ci aspettiamo – è la previsione per il futuro – altri 15-20 giorni di massima allerta. Al momento abbiamo 10 posti liberi di osservazione e tre in terapia intensiva. E per adesso bastano. Ma è importante che la gente continui a vaccinarsi – la raccomandazione – visto che la maggioranza di quelli che ricoveriamo sono No vax“.

Il 70% di chi chiede le nostre cure è no vax“. Parola del bed manager, la responsabile della gestione posti letto, dell’azienda dei Colli di Napoli, Maria Cristina Boccia che descrive l’identikit di chi, affetto da Covid, si rivolge all’ospedale Cotugno, centro infettivologico. “L’età media dei pazienti è scesa, ora si attesta tra i 60 e i 65 anni – spiega – e per il 70% è no vax, dove per no vax intendiamo sia chi non ha mai fatto il vaccino sia chi ha fatto una dose sola. Spesso, inoltre, sono soggetti affetti da altre patologie“. Poi un dato che trae spunto dall”episodio verificatosi la sera del 5 gennaio con tante ambulanze in fila davanti al Cotugno: “I 19 pazienti che si sono presentati al Pronto Soccorso la sera dell’Epifania con le ambulanze in fila erano tutti e 19 non vaccinati“. Confermata la maggiore contagiosità di Omicron. Tuttavia in ospedale arrivano più frequentemente soggetti affetti dalla variante Delta. “Per il 70-75% – osserva – abbiamo pazienti affetti da Delta e solo il 25-30% da Omicron, che è più contagiosa ma anche meno virulenta. La variante Delta resta quella maggioritaria e anche la più pericolosa“.

Dopo l’eccezionale afflusso dell’Epifania abbiamo applicato una serie di correttivi che ci hanno consentito il rientro alla normalità: abbiamo aperto un altro reparto di degenza ordinaria, che era stato chiuso per fare dei lavori, e aumentato la sub intensiva“. Così la bed manager dell’azienda dei Colli di Napoli, Maria Cristina Boccia, spiega come è stata affrontata l’emergenza che la sera del 5 gennaio ha visto incolonnate una ventina di ambulanze all’ingresso dell’ospedale Cotugno. Da ieri l’afflusso di pazienti sembra rientrato nei canoni senza le file viste qualche sera. “Si gioca molto – dice oggi – sul turn over veloce dei pazienti nel momento in cui stanno meglio, utilizzando strutture di supporto e quelle di bassa intensità che hanno aperto in questi giorni. C’è da dire che le criticità che incontriamo sono dovute anche alle condizioni cliniche dei pazienti, perché la maggior parte di loro non é vaccinata ed é restia a recarsi al pronto soccorso, per cui quando arrivano a volte hanno la necessità di supporti respiratori importanti come caschi e ventilatori che richiedono tempo per poterli poi inquadrare“. L’obiettivo per questo fine settimana è non ripetere le scene viste la sera della Befana: “Il trend di oggi è positivo. Ci siamo attrezzati per consentire l’afflusso dei pazienti che arrivano soprattutto con un continuo turn over o utilizzando lo stesso Monaldi o con il supporto di strutture con una bassa intensità in modo che il paziente superata la fase critica, appena si negativizza lo trasferiamo liberando posti letto“. “In questi giorni – ribadisce Boccia c’è stato sicuramente un aumento di afflussi e di ospedalizzazione ma a livello regionale c’è una continua rimodulazione di posti letto che ci consente di rispondere al maggiore afflusso di pazienti al pronto soccorso“.