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Napoli  – “Il cuore non aspetta – spiega Francesco Saia, Cardiologia Policlinico Universitario Sant’Orsola Malpighi Bologna e coordinatore della campagna- e la nostra iniziativa contro la paura del contagio ospedaliero serve a contrastare, con l’aumento degli interventi tardivi, mortalita’ e complicanze. Gli accessi cardiologici in Ospedale sono scesi mediamente del 40%, sono diminuiti fortemente i ricoveri per infarto acuto e le procedure di Cardiologia Interventistica strutturale transcatetere hanno registrato un crollo del 70%. Dalla primavera 2020 abbiamo avuto, a livello nazionale, una contrazione di tutti i trattamenti delle malattie ischemiche del cuore (infarto acuto del miocardio e angina pectoris) e delle malattie cardiache strutturali (stenosi aortica, insufficienza mitralica, fibrillazione atriale e scompenso cardiaco). I dati riferiscono di morti per infarto triplicate, rispetto allo scorso anno, e di complicanze raddoppiate”.

“Il Covid-19 – ricorda Giovanni Esposito, Direttore Cardiologia, Emodinamica e UTIC dell’Azienda ospedaliera Universita’ Federico II di Napoli e Presidente eletto GISE – continua a mietere le sue vittime, ma le malattie cardiovascolari restano nettamente la prima causa di morte in Italia, con 240mila decessi ogni anno e 7,5 milioni di persone che nel nostro Paese hanno a che fare con problematiche legate alla salute del cuore. Milioni di persone che, in caso divengano positive al Covid-19, sono a loro volta esposte a un maggior rischio di complicanze cardiovascolari e di ricovero in terapia intensiva e a una probabilità di decesso più che doppia (da 2 a 4 volte maggiore), rispetto a chi non ha problemi di questa natura. La diffidenza dei pazienti a rivolgersi alle strutture sanitarie, nonostante l’impegno a mantenere attivi tutti i percorsi di diagnosi e cura, di emergenza o urgenza, sta riportando il nostro Paese indietro di 20 anni sul tema della prevenzione delle patologie cardiovascolari”.