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Napoli – Fumata bianca sul maxi-debito contratto dal Comune di Napoli con lo Stato e lo spettro del dissesto finanziario abbandona per il momento Palazzo San Giacomo. Governo e Municipio hanno infatti trovato l’intesa sui 97 milioni di euro più interessi di morale che le casse comunali devono a un consorzio per sevizi resi al Commissariato di Governo dopo il sisma del 1980. A darne notizia è il sindaco Luigi de Magistris: “L’incontro  a Roma tra i vertici di Palazzo Chigi e quelli del Comune di Napoli è andato bene. Si è trovato l’accordo sulla ripartizione del debito CR8. Nei prossimi giorni verrà definito formalmente l’accordo e questo aprirà la strada per l’eliminazione dell’intero pignoramento sulla cassa. Esprimiamo soddisfazione per l’esito dell’incontro. Ora inizia il secondo tempo, che consiste nell’eliminazione del paradosso, dell’ingiustizia e della beffa di sanzioni che sono derivate da un debito del 1981 che mai era stato pagato”.

Il debito, pari a 89 milioni, risale al 1981, dunque all’epoca post-terremoto dell’Irpinia, ed è dovuto ai lavori realizzati in una località in provincia di Napoli che furono commissionati dalla struttura commissariale chiamata a gestire l’emergenza. Ed è proprio in virtù di ciò che l’amministrazione de Magistris ha avviato da mesi l’interlocuzione con il governo Gentiloni ritenendo che gran parte di quella massa debitoria fosse di competenza dello Stato. L’ex pm ha però aggiunto che nei prossimi giorni verrà “formalmente definito l’accordo” e che ciò “aprirà la strada per l’eliminazione dell’intero pignoramento sulla cassa del Comune”. Una situazione per cui lo scorso 21 febbraio il sindaco, la Giunta, esponenti della maggioranza e militanti del Movimento demA avevano tenuto una manifestazione in piazza davanti Montecitorio. De Magistris annuncia che ora ha inizio “il secondo tempo per eliminare il paradosso, l’ingiustizia e la beffa che sono rappresentati delle sanzioni derivate dal debito Cr8 mai pagato”. Le sanzioni sono state decise dalla recente sentenza delle Sezioni Riunite dalla Corte dei Conti ed ammontano a una cifra pari a quella del debito. Vale a dire a ulteriori 89 milioni di euro.