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Napoli – Trasporto pubblico al collasso, la vertenza Ctp rientra a pie’ pari nella bufera. Da stamattina una delegazione di lavoratori della Namet, la partecipata in stato di liquidazione che fino a pochi giorni fa si occupava della manutenzione dei bus, si sono arroccati sul tetto del capannone del deposito di Arzano minacciarsi di lanciarsi giù. I 15 dipendenti della società sono infatti in attesa delle lettere di licenziamento e il loro futuro professionale è ormai appeso a un filo.

La stessa Ctp continua del resto a non navigare in buone acque finanziarie. Nei mesi scorsi gli stipendi erano rimasti al palo per diverso tempo e la protesta degli autisti è rientrata solo dopo numerose manifestazioni di piazza. Ad oggi, però, le cose non sembrano essere migliorate granché. In attesa che prenda corpo il nuovo piano industriale, i bus in servizio nel deposito di Arzano sono rimasti, da ormai una settimana, tutti irrimediabilmente fermi: la causa, stando a quanto si apprende da alcune fonti sindacali, sarebbe da ricondurre proprio all’assenza di interventi manutentivi. La cura meccanica dei mezzi fino ad ora è stata affidata alla Namet, società partecipata al 40 per cento dalla Città Metropolitana, ma adesso in stato di liquidazione e, di fatto, fallita. Una situazione a dir poco delicata, in cui a rimetterci sono ancora una volta i lavoratori. Da qui la clamorosa protesta di stamattina, con gli ormai quasi ex dipendenti che hanno deciso di occupare il tetto del capannone dell’hangar di Arzano. La delegazione minaccia, in caso di mancato riscontro da parte dell’azienda, di lasciarsi cadere al suolo. Sul posto sono appena giunti i soccorritori del 118 e i vigili del fuoco. L’anno orribile della Ctp non accenna ancora a normalizzarsi.