- Pubblicità -
Tempo di lettura: 3 minuti

La gioia dipinta sui volti, l’emozione per avere avuto l’opportunità di imparare un mestiere nel teatro più antico d’Europa: il San Carlo. Sono le emozioni dei 13 detenuti del carcere di Poggioreale che oggi hanno ricevuto gli attestati per la partecipazione alle attività didattiche che hanno svolto proprio all’interno del Massimo napoletano da ottobre a dicembre 2022. Un’opportunità che per 4 di loro si è trasformata in un contratto a tempo determinato al servizio del San Carlo che prenderà il via ad aprile e che li vedrà impiegati nel settore amministrativo e nel settore tecnico.

“E’ stata una cosa bellissima e ancora non ci crediamo – ha raccontato Battista Di Costanzo – noi da detenuti siamo entrati nel San Carlo. Io sono entrato nell’attrezzeria, era un mestiere che nemmeno sapevo esistesse e ora resterò qui a lavorare peer un periodo ed rappresenta una speranza, una salvezza”. Gli fa eco un altro detenuto Nicola Baldi, impiegato nella sartoria: “Fino a qualche tempo fa, non sapevamo che cosa avremmo potuto fare una volta fuori di prigione, ora invece abbiamo imparato un mestiere e per di più dentro al San Carlo ed è fantastico”. La consegna degli attestati è stata anche l’occasione per siglare un nuovo protocollo tra la Fondazione Teatro San Carlo e la Casa circondariale ‘Giuseppe Salvia-Poggioreale’ per un nuovo ciclo di laboratori e attività didattiche per insegnare i mestieri dello spettacolo per i profili di elettricista, macchinista, attrezzista, sarto teatrale, addetto alle attività amministrative a detenuti. “Noi siamo un teatro pubblico e quindi a mio giudizio abbiamo due doveri – ha affermato il soprintendente del San Carlo, Stéphane Lissner – il primo è la trasmissione musicale e il secondo è avere un impegno sociale per difendere e aiutare tutti coloro che sono in difficoltà e dunque anche i detenuti. Se abbiamo la possibilità di proporre loro di imparare i mestieri del teatro allora dobbiamo farlo e oggi siamo felici di firmare nuovamente questo accordo perché la continuità del progetto costituisce per loro una speranza per il futuro perchè la vita non si ferma il giorno in cui si entra in prigione, hanno sbagliato ma dobbiamo dare loro l’opportunità di trovare una possibilità”. E nel progetto che prenderà il via nel 2023 l’auspicio del direttore del penitenziario, Carlo Berdini, è che il numero di partecipanti possa aumentare: “E’ chiaro che rispetto alla platea di Poggioreale i numeri dei partecipanti è ridotto, ma anche iniziative non di largo respiro sono importanti e ancor di più se è un ente culturale di livello internazionale come il San Carlo ad aprire loro le porte perché svolgere un’attività di formazione qui rappresenta un ottimo biglietto da visita per i detenuti una volta fuori”.