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Napoli – Ora basta. Lo sceriffo tira fuori l’armeria pesante spara contro il Governo e da uomo solo al comando prende in tutto e per tutto in mano il timone. Per la guerra in mare aperto contro il Coronavirus. Un Governo sordo agli allarmi lanciati dal presidente della Regione Campania che batte da giorni sulla necessità di una linea dura, come fa anche il Governatore della Lombardia, la regione messa in ginocchio dal Covid-19. Un Governo che firma provvedimenti ancora troppo blandi e spesso contraddittori.

Un Governo che non invia né ventilatori, né mascherine. Ma soprattutto un Governo che arriva dopo e in ritardo. Che sempre più spesso è costretto a stargli dietro. De Luca fa le ordinanze regionali e Roma alla fine va a rimorchio con i decreti governativi. Lo sceriffo lo sa bene ed ora non lo ferma più nessuno. Nemmeno il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte a cui ora che non c’è più tempo – mentre il numero dei contagi in Campania sale spaventosamente – fa la sua dichiarazione che non prevede alcuna replica. “In Campania – dice – valgono le ordinanze della Regione dal punto di vista sanitario che sia chiaro”. Tra i documenti sul tavolo a cui siede De Luca durante la sua diretta Fb c’è quel numero cerchiato in rosso dai tecnici che non dà pace. Quella previsione terribile: “1500 contagi da Covid-19 entro il 29 marzo in Campania e 3mila nei primi di aprile” scandisce il Governatore. Passa all’attacco di Conte e company.

“Io la penso diversamente dal Governo nazionale” mette in chiaro. Forte del suo decisionismo che gli sta dando ragione. Sul serio, al di là dei meme ironici.  Il Governo spesso e volentieri l’ha contraddetto – come sul divieto delle consegne a domicilio -, ma poi è dovuto andare a rimorchio. Vedi la chiusura delle scuole. Roma gli dice non si può fare e De Luca con la scusa della sanificazione le chiude lo stesso. Dopo una settimana che succede? Conte ordina la chiusura di scuole e università.   Stesso accade con i bar e i ristoranti. Così per la chiusura di barbieri, estetiste e parrucchieri. Le ordinanze del presidente della Regione Campania fanno da battistrada al Governo che invece si incarta con disposizioni ritardatarie e contraddittorie. Vedi la corsetta al parco. “Ordinanze nazionali che sono vaghe. Il Governo deve emettere provvedimenti perentori che non determinano interpretazioni equivoche”. Specchio di un’Italia che ancora una volta “si rivela il Paese del ‘mezzo-mezzo’ e del fare finta dove non decidiamo mai una cosa chiara fino in fondo” attacca De Luca. L’affondo è servito ed anche l’esempio. “Non possiamo decidere che dobbiamo stare tutti a casa – dice con il suo tono calmo ma imperativo – e poi consentiamo di andare nei parchi o di fare footing la mattina, di fare attività sportiva individuale”. Oppure, come accaduto, “dire che ci vuole la distanza di un metro e poi consentire per due settimane che restino aperti bar e pub”.

E non basta nemmeno l’autocertificazione “perché sappiamo bene che nella realtà non si controlla niente”. Per lo sceriffo non è più tempo per tergiversare sulla chiusura totale. Si doveva già fare due settimane fa. “Chiudere tutto e militarizzare l’Italia” è l’unica strada secondo De Luca per contenere la diffusione del contagio per evitare di “contare migliaia di morti in Campania”. Ovvero nell’area più densamente popolata d’Europa, cosa che il Governo non ha capito. “A me è chiaro – attacca il Governatore – cosa succederebbe qui da noi, ma  non lo è a livello nazionale”. L’impegno per la fornitura di tutti gli strumenti necessari, con in primis ventilatori polmonari e mascherine “è saltato completamente”, così ora la Regione Campania si muove in autonomia “al di là di Protezione civile e Consip”.

Il Governatore va avanti quindi in piena autonomia, oltre il Governo e oltre la centralizzazione dell’acquisto di materiale sanitario deciso da Roma. Come un treno. E chiarisce in video alle truppe in trincea, alle forze dell’ordine che l’ordinanza che fa il presidente della Regione “vale esattamente quanto l’ordinanza del Governo nazionale anzi dal punto di vista della tutela sanitaria vale di più. E’ chiaro? Chi non la applica sta commettendo un reato, elude un comando dell’autorità”. L’autorità De Luca che ora non risponderà nemmeno più a Conte. Come un uomo solo al comando, così come ha sempre fatto.