Domenica prossima, in occasione della “Giornata mondiale dei poveri” il Papa indosserà una casula confezionata dai detenuti del carcere di Secondigliano. Il paramento gli è stato consegnato dall’Ispettore Generale dei cappellani don Raffaele Grimaldi, dalla direttrice dell’istituto penitenziario Giulia Russo e dal cappellano don Giovanni Russo in occasione di un’udienza privata. Attivo dal 2016, il laboratorio di sartoria del carcere napoletano si occupava originariamente di rendere riutilizzabili divise, cappotti, impermeabili e tute di servizio dismessi.
Durante la pandemia la produzione è stata destinata al confezionamento di 10mila mascherine distribuite gratuitamente a tutta la città. Oggi, grazie al progetto ‘Albus Sacer’, nel laboratorio si realizzano casule con ricamo diretto, stole, coprileggii e vesti per anniversari sacerdotali. Nel tempo la produzione è cambiata, ma l’obiettivo resta lo stesso, come spiega la direttrice di Secondigliano Giulia Russo a Gnews, quotidiano on line del ministero della Giustizia: “I detenuti acquisiscono una professionalità riconosciuta realizzando la mission educativa e di risocializzazione dell’Amministrazione penitenziaria”. Il progetto ‘Albus Sacer’, attivato con la Caritas diocesana, il cappellano e l’Ispettorato generale dei cappellani, rientra nella creazione del Polo Arti e Mestieri che verrà ufficializzato il prossimo 29 novembre insieme alla sartoria, alla digitalizzazione, alla falegnameria, all’officina meccatronica, alla liuteria e ad altre attività in via di definizione. “Un polo che fa da contraltare al Polo Universitario penitenziario – aggiunge Giulia Russo -, che quest’anno ha prodotto i primi laureati e che completa un’offerta ampia dal punto di vista trattamentale”.