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Non può usare internet, né comunicare con altri mezzi digitali, come previsto in casi del genere, Ciro Di Maio, il conduttore tv e attore arrestato in flagranza tre giorni fa nel capoluogo lombardo per essersi fatto spedire dall’Olanda con un ordine on line nella sua casa, in zona Loreto, un litro di Gbl, liquido incolore conosciuto anche come ‘droga dello stupro‘. Il 46enne ieri, su decisione del gip di Milano Sara Cipolla, è passato dal carcere ai domiciliari, nell’abitazione di una persona a lui vicina. Di Maio, difeso dal legale Nadia Savoca, ha ribadito davanti al giudice di non essere “uno spacciatore” e che quella sostanza, dagli effetti devastanti, “non era destinata a feste o altro, era solo per me, ne sono dipendente da molti anni ormai e sto cercando di seguire un programma terapeutico che prevede di ‘scalare’, riducendo mano a mano il consumo“. Per il gip i domiciliari in questo caso sono una misura sufficiente per contenere le esigenze cautelari, tra cui il pericolo di reiterazione del reato. Intanto, per il conduttore il prossimo ottobre inizierà un processo, sempre per l’accusa di detenzione di droga ai fini di spaccio, per un altro ordine da 4 litri di Gbl dalla Cina. Episodio per cui era già stato arrestato lo scorso dicembre, passando poi ai domiciliari e ottenendo infine l’obbligo di firma. Agli atti del procedimento sarebbero finiti anche alcuni scambi di messaggi tra il conduttore e altre persone che assumevano Gbl.