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Napoli – Mancano pochi giorni al voto sulle elezioni regionali e al Referendum sul taglio dei parlamentari. Una partita quest’ultima fondamentale per i Cinque Stelle che ne hanno fatto il loro storico cavallo di battaglia per intercettare rabbia e consensi.

Portare a casa il risultato significa tentare di riguadagnare il terreno perso tra i militanti e gli elettori delusi dal cambio di pelle di un Movimento che doveva aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno e che si è alleato prima con la Lega e poi col PD.

Difficile se non impossibile la vittoria in Campania, dove il Governatore Vincenzo De Luca ha già per la seconda volta le chiavi di Palazzo Santa Lucia in tasca. E questo senza che il Movimento si sia troppo dato da fare per mettere in campo un’alternativa forte e diversa da quella di cinque anni fa, ovvero la candidata Valeria Ciarambino.

Tutt’altro. Ha rimesso velocemente nel mazzo anche quell’unica carta che aveva per giocarsi realmente la partita, il ministro dell’Ambiente Sergio Costa. Nome prima annunciato e poi ritirato. Tanto da destare il sospetto di un qualche patto di desistenza col PD e con De Luca.

In Campania terra in cui è nato, si è rafforzato e ha i suoi leader, il Movimento sembra aver perso terreno senza troppo strapparsi i capelli. Ormai tutte le battaglie pentastellate sul territorio soccombono in nome di Roma. Spazio e priorità esclusivamente alle questioni e decisioni nazionali su quelle locali. Se non tornare prepotentemente nell’agenda di Governo in campagna elettorale.

A tutti gli effetti è così un tour della resa anche voluta (fatta eccezione per il Referendum unica battaglia che preme) quello del ministro degli Esteri Luigi Di Maio che in questi giorni sarà a Napoli e in Campania, al fianco della Ciarambino. Giovedì il comizio finale per il Sì al Referendum a largo Berlinguer, a Napoli. Tra gli appuntamenti di oggi il caffè pomeridiano coi cittadini a San Giorgio a Cremano e l’incontro pubblico a piazza San Giovanni Battista, a San Giovanni a Teduccio. Domani la visita a Giugliano.

Lontani ormai i tempi delle pizze servite da Di Maio e Roberto Fico per sostenere a tutta forza la Ciarambino, conquistare la Campania e portarla al centro dell’agenda di Governo. Ora che si combatte e spera solo per la conservazione di qualche scranno in Consiglio regionale al massimo si potrebbe servire un digestivo.