- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Dovrà rispondere di tentato omicidio in concorso, detenzione e porto abusivo di arma. E ancora di lesioni personali, tutti reati aggravati dal metodo mafioso. In manette è finito, Ciro Marrazzo, 23enne di Napoli, in esecuzione di un provvedimento emesso lo scorso gennaio e che vide tra gli altri indagati Nicola e Ciro Minieri e Mario Giarnieri.

I carabinieri del nucleo investigativo di Napoli eseguirono il 26 gennaio scorso un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Napoli su richiesta della direzione distrettuale antimafia partenopea. Marrazzo era detenuto all’estero, in un penitenziario in Grecia e il provvedimento non gli fu applicato. Almeno fino ad oggi. Grazie all’accoglimento della richiesta di estradizione, il 23enne è rientrato in Italia con un volo atterrato sulla pista dell’aeroporto di Fiumicino. I militari lo hanno preso in consegna e lo hanno portato nel carcere di Civitavecchia.

I fatti sono e sono riconducibili al danneggiamento di una moto e ai due tentati omicidi scattati a Napoli, il 28 novembre 2019, a distanza di poco tempo l’uno dall’altro, che hanno visto protagonisti quattro giovani – tra i 22 e i 25 anni – appartenenti a gruppo malavitosi rivali. Tre degli autori del “botta e risposta” a colpi d’arma da fuoco erano già detenuti in Italia mentre il quarto era recluso all’estero, in Grecia, per l’appunto oggi tradotto anche lui nelle carceri italiane. Si tratta di giovani che hanno tentato di uccidersi in due diversi raid: il primo aveva come obiettivo Nicola Minieri, 22 anni, ferito a colpi d’arma da fuoco, secondo i militari e la procura antimafia, per avere danneggiato una moto. A passare all’azione sarebbero statui Ciro Marrazzo, 23 anni, (in manette quest’oggi all’aeroporto di Fiumicino) proprietario del motociclo e mandante dell’agguato, e il complice Mario Giarnieri, 25 anni, ritenuto l’esecutore materiale del tentato omicidio. Del secondo agguato, una vera e propria vendetta, ai danni di Antonio Giarnieri, fratello di Mario e soprattutto estraneo a contesti criminali sono invece accusati i fratelli Nicola e Ciro Minieri, 22 e 23 anni, il primo nella veste di mandante e il secondo in quella di esecutore materiale. La Procura di Napoli contesta, a vario titolo, i reati di tentato omicidio in concorso, detenzione e porto abusivo di arma, nonché lesioni personali, aggravati dal metodo mafioso.