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Napoli – ”Non abbiamo nessun fiume di denaro sulla gestione, dove anzi prendiamo gli stessi soldi di dieci anni fa. Abbiamo invece importanti risorse per gli investimenti, che sono un capitolo di bilancio completamente diverso”. La precisazione è del presidente dell’Ente Autonomo Volturno, Umberto De Gregorio, che interviene in merito alla critiche mosse da più parti sulla gestione dell’azienda, da giorni alle prese con problemi di mancanza di personale a causa dei contagi Covid e di carenza di materiale rotabile che stanno creando non pochi disagi agli utenti, in particolare lungo le linee vesuviane: ”Tutte le critiche sono legittime – prosegue De Gregorio – ci mancherebbe. Sono sempre disponibile ad un sereno confronto pubblico con qualunque giornalista, politico o esperto per affrontare in modo serio i problemi di Eav. Che esistono, nessuno li nega. Ma che vanno analizzati storicamente e senza strumentalizzazione”.

De Gregorio punta poi l’indice contro il consigliere regionale della Lega Severino Nappi, che ha chiesto che fine abbiano fatto i 591 milioni dati ad Eav nel 2017. ”Davvero strano – è il parere del presidente Eav – perché nessuno più di lui dovrebbe saperlo: 688.000 euro di quei 591 milioni sono stati versati proprio a lui (vedi transazione del 14 novembre 2018) per pagare le consulenze da avvocato (anche mentre era assessore) fatte ad Eav. Tutti i 591 milioni sono stati utilizzati – come da norma – esclusivamente per pagare i 750 milioni di debiti lasciati ad Eav al 31 dicembre 2015 dalla giunta Caldoro, di cui Nappi era assessore”.

Su lavoratori e sindacati: ”Sono contro di me? Assolutamente no. Forse sono contro di me un centinaio di dipendenti (dati ultimo sciopero) su oltre 3.000 ed un paio di sindacati su otto. Non di più. Con gli altri c’è collaborazione, stima e rispetto, in una dialettica anche forte e nel rispetto dei ruoli”. E su possibili dimissioni dal proprio ruolo, afferma: ”Solo in due ipotesi. Se me lo chiede il presidente della Regione o se lo decido io perché mi stanco o esaurisco o penso possa essere utile per l’azienda. Cosa ho fatto in questi sette anni? Ho trovato tre fallimenti in uno: finanziario, tecnologico ed organizzativo. Finanziario: i 750 milioni di debiti sono stati azzerati ed il bilancio (sino al Covid) è stato in equilibrio. Tecnologico: treni ed infrastruttura da rifare ex novo, abbiamo in corso tutti gli investimenti necessari. Organizzativo: in nessuna regione esiste (come in Eav) una sola entità legale che fa investimenti, ferrovia, metropolitana, gomma, immobiliare. È stato messo tutto insieme creando un mostro: prima della fusione vi erano cinque entità legali con cinque amministratori, cinque direttori generali e cinquanta dirigenti. Oggi un solo amministratore-direttore (con responsabilità enormi) e venti dirigenti. Stiamo precedendo ad un riassetto di governance sulla linea del gruppo Ferrovie dello Stato (ed abbiamo assunto il direttore del personale e il direttore dell’esercizio ferroviario proveniente da Trenitalia)”.

De Gregorio poi procede nel dettaglio parlando dei singoli settori: ”Per la gomma il cambiamento è già avvenuto, perché più semplice rispetto al ferro. Abbiamo ereditato una società fallita, ed oggi abbiamo raddoppiato i bus in circolazione (da 100 a 220) e dimezzato l’età media del parco mezzi. Per i treni ne abbiamo di nuovi sulle linee flegree e già ordinati sulla vesuviana, dove i tempi di consegna di Stadler si sono allungati (in tutto il mondo) per cause esterne ad Eav (contenzioso, Covid, guerra in Ucraina). La verità è che questi treni andavano ordinati venti anni fa. Abbiamo inoltre aperto quaranta cantieri per rinnovamento infrastruttura e nuove linee, rinnovato molte stazioni. E alcuni si sono già chiusi (stazione di Scampia, officina di Ponticelli). Infine, siamo l’unica partecipata in Campania che ha formalizzato negli ultimi tre anni mille assunzioni. Abbiamo ancora qualche carenza, soprattutto in estate. Ci accingiamo a varare un nuovo piano di mille assunzioni per i prossimi cinque anni”. Il presidente dell’Ente Autonomo Volturno si sofferma sui problemi riscontrati negli ultimi giorni in Circumvesuviana: ”Tra Covid, ferie e rifiuto dello straordinario (per protesta da parte dei macchinisti) siamo entrati in sofferenza per la gestione del servizio e siamo stati costretti a ridurre le corse. Ai problemi dei treni e dell’infrastruttura, si sono quindi aggiunti quelli del personale viaggiante e dei macchinisti. La carenza di macchinisti sta determinando due terzi delle soppressioni, l’altro terzo è attribuibile al problema dei treni vecchi e dell’infrastruttura (qui anche la carenza di energia improvvisa da parte dell’Enel ed il caldo sta generando seri problemi). Per la carenza dei macchinisti faremo nuovi concorsi. Tuttavia se aumentassimo i tempi di guida attuali da 3,5 a 4,5 ore giornaliere (avvicinandoci agli standard di Trenitalia) l’attuale pianta organica sarebbe già sufficiente. Su questo apriamo un tavolo con le organizzazioni sindacali”.