Figlio della più grande tradizione teatrale napoletana. Ma impareggiabile interprete dei grandi cambiamenti di un’Italia che dalla campagna scopriva la modernità. Era il 31 ottobre 1984 quando, a 84 anni, moriva Eduardo De Filippo (1900 – 1984), l’attore e l’autore che – tra i molti successi e meriti – per primo intuì l’importanza di portare il teatro in tv. E proprio la tv, con il prezioso materiale degli archivi Rai, gli rende oggi un omaggio lungo tre mesi con Eduardo 40, progetto di Rai Cultura curato da Felice Cappa, che da lunedì 28 ottobre tutti i giorni alle 16.15 e dal 2 novembre anche il sabato in prima serata (e poi su Raiplay), riproporrà in ordine cronologico tutte le sue opere. Un cartellone straordinario del suo talento, in collaborazione con la Fondazione De Filippo, che attraversa oltre mezzo secolo d’Italia e di teatro, dal 1922 con Uomo e galantuomo a Gli esami non finiscono mai del 1973.
“Eduardo è una persona che ha vissuto profondamente il suo tempo. Tutti lo conoscono per la straordinaria capacità di interprete e per il carisma sulla scena – racconta all’ANSA Felice Cappa – ma è altrettanto importante il suo il lavoro di scrittura”. Accanto a capolavori come Filumena Marturano, Natale in casa Cupiello (proposta sia nella versione del 1932, in onda il 4 novembre, che in quella a colori del 1977, il 28 dicembre), Questi fantasmi, Ditegli sempre di sì, si vedrà anche il suo adattamento de Il berretto a sonagli in napoletano del ’36 dal testo di Pirandello. Si i aggiungono poi due documentari originali: Il giorno di Eduardo (9 novembre alle 23), dedicato all’esperienza da senatore a vita e alla battaglia contro il sistema carcerario minorile; e Camilleri racconta Eduardo (30 novembre alle 23). Chiude il ciclo, il 25 gennaio, il nuovo allestimento di Gennareniello, diretto e interpretato da Lino Musella con Tonino Taiuti per lo Stabile di Napoli.