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Napoli è città d’arte e d’artisti, da sempre, e quest’anno sta diventando capitale del calcio italiano. Immediata la fusione tra i due aspetti, con la febbre scudetto a influenzare la produzione artistica. Ad esempio, spunta un “Pulcimhen“, un ibrido tra la maschera in ceramica di Pulcinella e quella di Osimhen. Come noto, il centravanti azzurro è costretto a indossarne una in carbonio e kevlar, dopo un infortunio. 

Ed ecco nascere la contaminazione con la celebre maschera partenopea, da un’idea della giovane Annarita Buonanno. Oppure c’è una versione scaramantica dell’immancabile “La Mano de D10s”. Sono solo alcune delle opere, nate dal fertile incrocio tra calcio e scultura. Si tratta del parto della creatività de Le voci di dentro e dei suoi artisti. E il grande sogno, atteso da 33 anni, rivive attraverso la rivisitazione delle icone della napoletanità, cifra distintiva dello storico atelier in via San Biagio dei Librai 111. Nel “Linguaggio de Le Mani” di Stefania Mussolino, raccolta scultorea frutto di uno studio sul mondo della gestualità napoletana, il gesto scaramantico delle corna in basso si posa sulla grafica del numero 10. Questo dà vita a “La Mano de D10s”, omaggio a Diego Armando Maradona. 

L’opera è impreziosita dalle cornici artigianali in legno pregiato di Gm Group, azienda di produzione e distribuzione di aste per cornici, alla direzione artistica ed esecutiva dell’atelier, assieme alla Switch, agenzia di comunicazione. “Come atelier d’arte partenopea, non potevamo non raccontare un momento di folklore, di gioia e di riscatto così grande per il nostro popolo, per la nostra città che da sempre è nostra fonte di ispirazione – racconta Maria Rosaria Cuccurullo, export manager di Gm Group / Le voci di dentro -. Qualcosa sta cambiando per Napoli. In ogni ambito. Dal lavoro allo sport, dal cinema alla cucina. Dall’arte al design. Lo dimostrano le tante produzioni cinematografiche in città, l’aumento di ristoranti stellati nel Napoletano, il boom di turismo”. Insomma, Cuccurullo chiosa: “Siamo primi in classifica, non solo nel calcio, e siamo fieri di essere napoletani. Abbiamo il dovere di incorniciare, proteggere e rendere eterna la Bellezza di questo periodo storico di rinascita”.