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Se c’è una cosa che io come vescovo di questa nostra città voglio oggi chiedere a Maria per la nostra gente di Napoli è quella di continuare a crescere nell’arte della cura. Un’arte che, e spero di non essere frainteso, è tutta femminile”. Così l’arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, nel corso dell’omelia per la celebrazione dell’Immacolata che si svolge nella chiesa del Gesù Nuovo. “Ma – ha sottolineato Battaglia – non nel senso che è appannaggio di un solo genere, non nel senso che va delegata alle donne. No, intendo dire esattamente il contrario: un’arte che va appresa dalle donne, da quelle donne che con la loro tenera forza sorreggono il mondo, che attraverso l’etica della cura tengono in piedi intere comunità, famiglie, relazioni, contrapponendosi alla logica, spesso maschile, di un potere possessivo e cieco più attento ai numeri che ai volti”.

Occorre cambiare sul serio mentalità, concretizzare il cambiamento. Non è forse ciò che tutti sentiamo come necessità dopo le tante notizie orribili che hanno attraversato le prime pagine dei giornali: notizie di violenze sulle donne, di possessività folle, di prevaricazione fisica e psicologica, di femminicidi”. Lo ha affermato l’arcivescovo di Napoli, monsignor Domenico Battaglia, nel corso dell’omelia per la celebrazione dell’Immacolata. “troppe volte mi capita di ascoltare discorsi da parte uomini – ha aggiunto – che invitano le donne a compiere dei passi avanti, che con le parole ne difendono i diritti e l’uguaglianza, che augurano un aumento della loro presenza nei luoghi strategici e decisionali, quelli in cui più di ogni altro occorre l’etica della cura, ma tutto questo non basta”. Nel corso dell’omelia, l’arcivescovo ha evidenziato che “quante volte anche qui a Napoli, oltre a celebrare i funerali di donne uccise dalla mano di chi diceva di amarle, mi è capitato di accogliere e ascoltare donne oppresse dal dolore e dalla violenza maschile: incontrandole ho visto la paura disegnata sul loro volto, ho visto nelle loro lacrime la fatica continua degli anni passati a difendersi, parando i colpi derivanti non solo da una violenza fisica, ma da un male che annichilisce l’anima, chiudendola alla possibilità di una nuova speranza”.

L’arcivescovo di Napoli, monsignor Battaglia, ha affidato a Maria “le donne che a causa della violenza e del sopruso hanno perso ogni speranza nel futuro, sentendosi tradite nell’intimo da chi un giorno aveva promesso di amarle e di custodirle. Sii tu la loro consolazione, la carezza che conforta i loro visi ormai timorosi a causa di mani che non hanno offerto carezze delicate ma pugni dolenti”. Nel corso dell’omelia perla celebrazione dell’Immacolata, l’alto prelato ha chiesto a Maria di ridestare in queste donne “la fiducia e di donare loro di credere che c’è ancora possibilità di vita, di nuove primavere, di nuovi inizi perché l’amore del Figlio tuo fa nuove tutte le cose e fa germogliare i fiori perfino tra il grigiore dell’asfalto”.
Alla figura della Madonna, monsignor Battaglia ha affidato anche “le donne di Napoli che faticano più degli uomini a trovare spazio nel mondo del lavoro, donne costrette ad accontentarsi di stipendi che gridano vendetta: quante commesse sfruttate, quante donne impiegate nel lavoro nero, piaga della nostra città, quante giovani mandate via perché il loro grembo custodiva una nuova vita. Tu – ha proseguito –dona a queste tue figlie il coraggio a non mollare, a non rassegnarsi, ad andare avanti nella lotta per la difesa dei loro diritti”. E nelle battute conclusive dell’omelia, Battaglia ha evidenziato come “un uomo senza dare uguale dignità e possibilità di realizzazione a una donna non potrà cantare mai il magnificat senza il timore di essere rovesciato dal trono tutto maschile che si è costruito”.

Per il 2024 l’auspicio è buono. Abbiamo una città in crescita, una città che sta cercando con forza di migliorare, di creare nuove opportunità”. Lo ha detto il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, in piazza Del Gesù dove è giunto per partecipare alla celebrazione dell’Immacolata. Il primo cittadino ha sottolineato che tra i temi “fondamentali” perché la città possa recuperare c’è il lavoro. “Solo garantire un lavoro e un salario degno a tutti – ha evidenziato Manfredi – ci consentirà anche di migliorare la condizione sociale. E’ un percorso ma credo che siamo sulla strada giusta e dobbiamo sempre più impegnarci affinchè Napoli torni ad essere centrale, ma già lo sta facendo”.