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Il Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli vuole portare ogni anno a Napoli un po’ del mondo imperfetto, per ricordare che gli uomini hanno uguali diritti anche se hanno pelle diversa e sono nati sotto stelle lontane. E lo fa attraverso la voce e i colori del cinema, quello che racconta storie di gente che non si arrende e che, chissà perché, non trova posto nelle maxi-sale e nei programmi televisivi. Durante la settimana di Festival, sarà possibile trascorrere la seconda serata (6, 7, 8 e 9 novembre) assistendo ai film selezionati per il concorso cinematografico e candidati ai premi. Il Festival celebrerà così i registi coraggiosi, i testimoni scomodi e soli, i popoli in cammino verso la democrazia e la libertà, le campagne di lotta che vedono uniti gli uomini e le donne di tutti i Paesi, scegliendo di diffondere il più possibile le loro storie, che emozionano e restituiscono la forza di vivere nel mondo globale. Per questo, ai vincitori del concorso cinematografico sarà offerto il viaggio verso altri Festival come questo, per rafforzare l’amicizia con gruppi di attivisti che vivono in altri continenti e che provano a restituire al Cinema il suo valore più nobile, quello di testimone del nostro tempo, di strumento di lotta basato sulla cultura, sull’arte e sull’informazione.

Dal 6 all’11 novembre, una settimana di incontri e di racconti attorno al fuoco delle idee di libertà ed uguaglianza, sul palcoscenico di un cinema-teatro nascosto nel cuore della città antica o nelle aule degli Atenei più prestigiosi, nelle stanze di una fabbrica dismessa o nella solitudine di una delle carceri più grandi d’Italia, sempre in compagnia di giovani studenti e di attivisti, a fianco dei registi, dei giornalisti e dei testimoni che finalmente si sentono a casa, tra gente che ha qualcosa da raccontare o da denunciare.

A partire dal fascino discreto delle foto di Mario Dondero (lunedì 6 sera), ci sarà spazio per voci di migranti e di donne che sognano nuove vite (venerdì 10), ma anche per chi è rinchiuso in un braccio del penitenziario napoletano di Poggioreale (lunedì 6) e chiede più attenzione, più vita, anche dietro le sbarre; prenderanno forma i fantasmi degli ospedali psichiatrici, ormai chiusi, attraverso le storie, i volti e le voci dei medici che avevano il compito di curarli e restituirli alle loro famiglie (mercoledì 8). Si cercherà di capire cosa si nasconde dietro la strage dei militari italiani colpiti dalle radiazioni dell’uranio impoverito (giovedì 9) e cos’è la tortura, raccontata in tanti film sudamericani, che vive anche dietro le porte chiuse di casa nostra, delle nostre caserme (martedì 7) mentre, attorno al nostro Paese, cresce ogni anno il numero dei conflitti e delle guerre generate dall’insopportabile divario economico tra le regioni del mondo, tra l’impegno di forze di pace che ricuciono gli strappi e le ferite (martedi 7 pomeriggio).