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Sono serviti due anni ma finalmente l’incrocio tra via Miano e via Capodimonte a Napoli risulta scorrevole. Il merito è da ricercare nella conclusione dei lavori di stabilizzazione dei pendii e di rimozione dei tanti odiati “barbacani” sul muro di cinta del Museo e Real Bosco di Capodimonte.

Lunedì 29 maggio, ore 12:00, al Belvedere il direttore Sylvain Bellenger presenterà alla stampa l’intervento finito e un piano di restyling dell’intero muro di cinta insieme ai funzionari che hanno portato avanti le procedure. Saranno presenti per il Comune di Napoli il vicesindaco Raffaele Del Giudice e l’assessore alla Mobilità Mario Calabrese, il presidente della III municipalità Stella San Carlo all’Arena Ivo Poggiani, il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, componente della Commissione cultura, Gianni Simioli del programma La Radiazza in diretta radiofonica su Radio Marte, l’ingegner Michele Candela, progettista e direttore dei lavori, Giosuè de Angelis, responsabile unico del procedimento, Vincenzo Marciano dell’impresa esecutrice dei lavori MA.RES, Carmine Maturo portavoce nazionale di Green Italia, Massimiliani Rosati del Gambrinus che offrirà una torta per l’occasione e le principali associazioni del territorio a partire dagli Amici di Capodimonte, Amici del Real Bosco di Capodimonte, MusiCapodimonte, Insieme per i Ponti Rossi.

“Abbiamo mantenuto la promessa di rimuovere i barbacani e di stabilizzare il pendio mettendolo in sicurezza e lo abbiamo fatto in tempi rapidi. I lavori sono terminati giovedì 25 maggio, addirittura in anticipo rispetto ai temi di consegna”, afferma Bellenger. Il Direttore fa inoltre sapere che il museo di Capodimonte sta lavorando intensamente per migliorare la regimentazione delle acque all’interno del sito e per restaurare tutto il muro di cinta, in stretta collaborazione con il Comune di Napoli e la III municipalità per risolvere quelle criticità legate alle ineliminabili interferenze con la rete pubblica dei sottoservizi. Il rilancio e la cura del museo di Capodimonte non può prescindere da quella del suo stesso quartiere, per questo i residenti sono stati invitati a offrire un albero. “Io stesso – conclude – ho contribuito a dona un albero che ha sostituito quello secco presente nell’aiuola esterna all’ingresso di Porta Grande. Gli alberi di mandarini, ad esempio, sono una straordinaria accoglienza al museo e spero che saranno curati ancora meglio”.