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Napoli – Nella folle notte di San Silvestro i bombaroli napoletani non hanno avuto pietà per niente e per nessuno, neppure per gli operatori del 118. Un’ambulanza è stata colpita nel capoluogo da alcuni petardi e botti lanciati contro il mezzo si soccorso durante i festeggiamenti di Capodanno. A denunciare il terribile episodio è ancora una volta l’associazione Nessuno tocchi Ippocrate, che si occupa delle violenze contro gli operatori sanitari.

Stando alla ricostruzione fornita dall’associazione, l’equipaggio dell’ambulanza aveva appena effettuato un intervento di soccorso nella zona di Pianura, quando è iniziato il lancio di botti da parte di un gruppo di persone al momento non meglio identificate. Due petardi sono stati scagliati anche contro il tetto dell’ambulanza. Nessuno degli operatori è stato per fortuna colpito. «Auguri a tutti – spiegano gli esponenti dell’associazione – anche a chi cerca di ostacolare il nostro lavoro. Ricordate che essere in giro in ambulanza significa che c’e’ qualcuno in pericolo di vita che ha bisogno di noi e non è “carino” ostacolargli la corsa in ospedale».

Durante il 2018 sono state in totale 82 le aggressioni subite dagli operatori del 118 tra Napoli e provincia. Numeri da vera e propria guerriglia urbana, che Nessuno tocchi Ippocrate commenta con parole durissime: «In questo anno ci avete sputato addosso, ci avete picchiato, avete offeso noi e le nostre famiglie, avete persino provato ad ucciderci ma noi vi perdoniamo. Vi perdoniamo perché non sapete come funziona il sistema sanitario nazionale. Vi perdoniamo perché i vostri genitori non vi hanno insegnato la giusta educazione e i fondamentali principi etici e morali di una vita degna di un essere umano. Vi perdoniamo perché siete convinti che picchiando noi cambiate il sistema. Ah, poveri illusi. Noi siamo come voi, siamo l’ultimo gradino di una piramide dove chi è alla sommità osserva voi infuriati contro il sistema e noi malmenati da voi insoddisfatti, e magari si fa un sorriso senza cercare una soluzione. Vi perdoniamo perché probabilmente non avete un parente che lavora al pronto soccorso o su un’ambulanza 118, ergo non potreste mai capire che significa salutarlo prima di uscire per andare a lavoro e pensare “speriamo che non gli accada nulla”. Dopotutto vi perdoniamo perché noi siamo esseri umani. Un giorno imparerete anche voi a essere umani?».