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Napoli – E’ un piccolo gioiello della città, inglobato tra il museo archeologico nazionale, l’accademia di belle arti, via Costantinopoli. I cancelli che si chiudono certamente danno maggiore sicurezza, soprattutto di notte. Ma l’isolamento che il cancello fornisce è solamente un segno privo di valore dato l’abbandono generale. All’interno della Galleria Principe di Napoli c’è solo la desolazione.

Negozi chiusi, nemmeno uno aperto. Nel film di Ozpetek “Napoli Velata” la Galleria è ripresa nella sua piccola ma sontuosa maestosità con i bottari che in essa vi suonano e fanno riecheggiare suoni e note partenopee. Se non fosse per le infiltrazioni d’acqua che la interessano nella parte alta del lucernario con le gocce che formano pozzanghere sul pavimento di marmo e il pericolo di scivolare che è quasi certo.

Assegnare i locali e magari pensare ad un progetto condiviso tra Mann e comune di Napoli, questa potrebbe essere la soluzione. Anche se la Galleria pare non piacere a quanti sono disponibili ad investire. Dentro non c’è nessuno, quasi tutti chiusi. I porticati che costeggiano la galleria di sera diventano un luogo di accampamento per i tanti clochard che si affollano nella zona museo. Luogo riparato il cui livello di degrado è visibile ad occhio nudo.