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Napoli – Ci sono dei video, registrati durante le indagini dai carabinieri di Castello di Cisterna anche grazie alla collaborazione della Direzione del carcere di Napoli Poggioreale e della Polizia penitenziaria, che documentano il passaggio dei cellulari e della droga (hashish e cocaina) dalle mani del garante dei detenuti di Napoli Pietro Ioia, arrestato stamane dai carabinieri, a quelle dei detenuti.

Secondo gli inquirenti Ioia intascava qualche centinaio di euro per ogni consegna, che avveniva durante i colloqui. Si tratta però di una percentuale delle somme che l’organizzazione sgominata intascava dalle famiglie dei detenuti per recapitare il materiale. Il denaro al garante veniva corrisposto da uno dei componenti dell’associazione a delinquere individuati. Complessivamente sono una decina le consegne documentate dagli investigatori.

Oltre a Pietro Ioia, 63 anni, per il quale il giudice ha disposto la misura cautelare del carcere, sono finiti in arresto, tra carcere e domiciliari, Massimiliano Murolo, 42 anni; Sonia Guillari, 47 anni; Nicola Donzelli, 36 anni; Maria Maresca Cardamone, 32 anni; Antonio De Maria, 34 anni; Vincenzo Castello, 38 anni.

“Faccio entrare altri due cosarielli, devo prendere il motorino”

Ora vedo di entrare altri due cosarielli là dentro, sotto Natale… devo prendere pure il motorino a quello“. A prospettare l’introduzione di un paio di cellulari nel carcere napoletano di Poggioreale per racimolare denaro da utilizzare per comprare lo scooter al figlio in vista delle festività natalizie, è Pietro Ioia, garante dei diritti delle persone private o limitate nella libertà personale del Comune di Napoli, arrestato dai carabinieri insieme con altre sette persone con l’accusa di avere messo in piedi una organizzazione criminale finalizzata all’introduzione di droga, cellulari e altri oggetti in carcere in cambio di denaro. La conversazione captata dai carabinieri di Castello di Cisterna il 16 dicembre 2021 vede nella veste di interlocutori Ioia e la figlia che gli chiede 500 euro. Il successivo 23 dicembre, il garante dei detenuti del Comune di Napoli effettivamente – secondo quanto emerge dagli accertamenti – effettua la consegna dei cellulari.
 

Le reazioni

BORRELLI – “Bisogna andare in fondo alla vicenda e chiarire tutte le posizioni e le responsabilità. Se le accuse dovessero essere confermate sarebbe qualcosa di gravissimo. Da tempo chiediamo la rimozione di Ioia dal ruolo di garante, nomina che gli è stata data dalla precedente amministrazione e che avevamo chiesto di non confermare“. Così, in una nota, il consigliere regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli.

Due anni fa – prosegue – con il segretario generale del sindacato della Polizia Penitenziaria S.PP. Aldo Di Giacomo, denunciammo che c’era un conflitto di interessi nello svolgere quella funzione visto che il fratello dello stesso Ioia era detenuto da diversi mesi presso l’istituto penitenziario di Poggioreale. Avevamo mostrato a più riprese le nostre perplessità sulla nomina di Ioia dato i sui trascorsi da narcotrafficante e il non aver mai dimostrato esplicitamente il ripudio per quella vecchia vita. Frequentemente questo soggetto denigrava pubblicamente chi si batteva per le regole e il rispetto della legge. Se la città è assediata dai criminali è anche perché alcune istituzioni e determinati politici troppo spesso sono stati tiepidi o complici con questi mondi. Più volte dell’attuale garante detenuti comunale ne abbiamo chiesto le dimissioni, sia per aver difeso e giustificato pubblicamente il sistema criminale, ma soprattutto per la sua gestione che a nostro avviso da sempre ha tentato di destabilizzare il sistema carcerario infangando chi opera al suo interno. E dire che per anni questo personaggio derideva pubblicamente le mie battaglie contro l’illegalità come quella contro i parcheggiatori abusivi, dimostrando così, in realtà, da che parte egli stesse“, conclude il consigliere regionale Borrelli.

DE MAGISTRIS – “Il garante comunale dei detenuti è una figura non prevista dalla legge. Esiste il garante regionale dei detenuti. La nostra amministrazione è stata sempre molto sensibile al tema delle carceri e delle vite di chi è privato della libertà personale e di chi lavora negli istituti penitenziari. Decidemmo, accogliendo anche le richieste di associazioni sensibili su questo tema, di istituire il garante comunale dei detenuti. Facemmo un bando pubblico per conferire l’incarico, senza previsione di compenso“. Lo afferma l’ex sindaco di Napoli, Luigi de Magistris.

Scegliemmo, dopo una riflessione in giunta, Pietro Ioia per dare un segnale di fiducia soprattutto al principio costituzionale della funzione rieducativa della pena. Ioia, pregiudicato per fatti gravi in anni passati, aveva pagato per i crimini commessi, ma aveva da tempo cambiato vita dedicandosi proprio al riscatto culturale e al recupero sociale e umano delle persone che hanno sbagliato. Pensavamo che fosse una persona adatta per comprendere il dramma del carcere ed essere un punto di riferimento per chi volesse cambiare nella vita scegliendo la legalità. Come altri, diversi ne conosciamo a Napoli, che da criminali sono divenuti, con successo, testimoni di una vita che può cambiare, nella cultura, nelle professioni, nel sociale“, prosegue l’ex sindaco di Napoli.

Se Ioia, che nel frattempo da circa un anno è stato anche confermato dalla nuova amministrazione, ha commesso, come valuterà la magistratura nella sua autonomia nel principio di presunzione di innocenza che vale per tutti, i fatti gravi per cui è stato attinto da ordinanza di custodia cautelare vuol dire che avrà non solo sbagliato nuovamente, ma tradito la fiducia di due amministrazioni comunali e anche dei detenuti che avevano riposto in lui la fiducia che potesse essere un riferimento sensibile, per la sua esperienza carceraria, nella tutela dei più deboli e dei diritti non di rado negati a chi è privato della libertà personale“, continua de Magistris.

Fu una scelta coraggiosa, come tutte le scelte coraggiose dall’esito per nulla scontato, peccato che Ioia abbia tradito, come sembra, la fiducia in chi crede e continuerà a credere nella funzione rieducativa della pena e di poter offrire sempre una chance di riscatto alle persone“, conclude l’ex primo cittadino.