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Benevento – Non credono all’ipotesi del suicidio e chiedono di vedere il corpo del loro caro. E’ sconvolta la famiglia di Salvatore Luongo 22enne di Melito di Napoli, comune a nord del capoluogo partenopeo, deceduto nelle scorse ore in carcere. Il giovane, arrestato per droga nel 2016, si sarebbe tolto la vita nella serata di ieri, martedì 20 ottobre, nel carcere di Benevento dove si trovava da pochi giorni.

Sulla vicenda sono intervenuti anche Samuele Ciambriello, garante campano delle persone private della libertà e Pietro Ioia, garante napoletano. “Non conosciamo il corto circuito che porta a queste tragedie. La maggioranza di loro sono giovani ed in carcere per piccoli reati. Il carcere è stato rimosso, è diventato una discarica sociale, che ospita detenzione sociale. Salvatore, napoletano, proveniva da Brindisi e da sabato era nel carcere di Benevento, nella giornata di ieri, alle 15:00, aveva sentito al telefono la sua compagna. Era arrivato a Benevento per una udienza ed era in cella con un’altra persona. Domani ci sarà l’autopsia. Vite, come si vede, per lo più giovani, finite, per disperazione, senso di impotenza o chissà cos’altro, nei pochi metri quadrati di una cella, insieme ad un altro recluso. Chiediamo che si faccia chiarezza su questa morte”, commentano Ciambriello e Ioia che poi concludono lanciando un appello: “Abbiamo bisogno di più figure sociali nelle carceri, di più trattamento, di più lavoro. Il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, può custodire ed accudire, ma non c’è rieducazione e reinserimento sociale senza azioni positive del territorio e degli Enti locali. E il volto costituzionale della pena necessità di magistrati di sorveglianza più efficaci e coraggiosi.”