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Napoli – La cisterna di gas che in quel maledetto 16 gennaio dello scorso anno ha causato la morte di due persone in via Guantai all’Orsolona, ai Camaldoli, era difettosa. È questa la convinzione maturata dalla Procura di Napoli, che adesso, a poco più di un anno di distanza dalla strage, ha chiuso le indagini. E per Salvatore De Luca, 72enne manager della ditta che fornì l’impianto alla piscina, unico iscritto nel registro degli indagati, rischiano di aprirsi a breve le porte del processo penale.  
L’imputato, amministratore della Demagas Molisana Srl, ha appena ricevuto la notifica dell’atto con il quale il gip del Tribunale di Napoli gli comunica la fissazione dell’udienza preliminare, che sarà celebrata alla fine del prossimo febbraio. Pesanti le accuse mosse a De Luca dal pubblico ministero Sergio Amato. Il 72enne deve infatti rispondere di omicidio colposo per la morte di Davide Conato, dipendente della piscina Winner Asd Ariete, e Mario Moccia, collaboratore della Demagas Molisana; ma anche di lesioni personali colpose e danneggiamento.
 
Da brividi la ricostruzione di quella infernale mattina del 16 gennaio 2017. L’azienda di De Luca aveva infatti fornito all’Associazione dilettantistica sportiva Winner Ariete il serbatoio esterno di Gpl destinato ad alimentare gli impianti termici della struttura. Il dispositivo, stando però a quanto emerso dalle indagini, sarebbe stato difettoso, in quanto «la valvola di prelievo della fase liquida del Gpl posta nella parte superiore del serbatoio era priva del piattello di tenuta posto nella parte inferiore del corpo». Una circostanza che «per imprudenza, negligenza e imperizia cagionò la morte di Davide Conato e Mario Moccia». Sul punto, il pubblico ministero sembra avere le idee molto chiare: «Lo svitamento del tappo di chiusura della valvola di prelievo della fase liquida del Gpl effettuato da Mario Moccia determinava, per la mancanza del piattello di tenuta, il rilascio in atmosfera di una colonna di gas che si depositava rapidamente su tutta l’area circostante così da sviluppare un incendio determinato da una deflagrazione innescatasi per cause non accertate». 
A De Luca vengono contestate anche le lesioni che lo scoppio ha causato alle persone presenti quel giorno sul piazzale antistante la piscina: Antonio Rufo, dipendente della Demagas Molisana; Luca Russo, dipendente amministrativo della Winner Ariete; e Francesco Sansiviero, collaboratore saltuario dell’associazione sportiva. I tre avevano infatti riportato gravi ustioni in varie parti del corpo. La violenza dell’esplosione fu tale da determinare anche il danneggiamento di quattordici macchine e di un autocarro.