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Per delega del Procuratore della Repubblica di Napoli, si comunica che, nel corso dell’operazione interforze oggetto del comunicato stampa diramato in data 1° luglio u.s., personale della Squadra Mobile della Polizia di Stato di Napoli, il Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Napoli, il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli e lo S.C.I.C.O. della Guardia di Finanza hanno rinvenuto e sottoposto a sequestro denaro contante per oltre 4 milioni di euro, in aggiunta a numerosi preziosi, oggetti aurei, diamanti e 48 orologi di lusso il cui valore – ingentissimo e comunque non inferiore a 5 milioni di euro – è in corso di stima.
 
Il sequestro è stato eseguito nel corso della perquisizione effettuata nei confronti di uno dei quattro destinatari dell’ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, per i reati di associazione mafiosa, minaccia, induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all’autorità giudiziaria, riciclaggio e autoriciclaggio, aggravati dalla finalità agevolativa del clan Contini.
 
La perquisizione effettuata nell’abitazione di uno degli indagati ha permesso di scoprire un caveau abilmente occultato e schermato con lastre in ferro, la cui localizzazione è stata possibile grazie a strumenti tecnologicamente avanzati, al cui interno è stato rinvenuto il “tesoro” sottoposto a sequestro.
 
Sulla base delle risultanze investigative, il destinatario del sequestro avrebbe riciclato i proventi di truffe perpetrate mediante la rivendita di orologi di lusso in società intestate a soggetti prestanome, operanti nei settori della gestione di rifiuti ferrosi, della telefonia e della locazione di immobili e dedite all’emissione e all’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.

E’ frutto “di schemi di frode e di riciclaggio molto avanzati che impiegavano società attive solo sulla carta operanti in diversi settori economici, dai rifiuti, all’elettronica” il tesoretto trovato nel corso della perquisizione eseguita ieri nell’ambito dell’operazione che ha consentito di notificare nuove accuse a elementi di vertice del clan Contini, tra cui il boss Patrizio Bosti.
Lo ha sottolineato il colonnello Paolo Consiglio, comandante nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli, nel corso della conferenza stampa in Procura, indetta dal procuratore Gratteri all’indomani delle notifiche delle quattro misure cautelari. “Due indagati ricoprono ruoli apicali, – ha spiegato ancora Consiglio – altri due erano a piede libero”.
Il bunker, è stato spiegato nel corso della conferenza stampa, è stato rintracciato tra Napoli e Pozzuoli, in un’abitazione riconducibile al genero di Bosti (che dopo avere avviato una collaborazione con la Giustizia l’ha interrotta a seguito delle minacce del suocero, anche ai suoi figli). La persona in questione si chiama Luca Esposito che, nelle intercettazioni, si definiva “la gallina dalle uova d’oro” in grado di coinvolgere (lui diceva “impastare”) anche altri soci nelle operazioni di riciclaggio.

C’era anche un diamante da 10 carati, e un accendino d’oro con le iniziali del boss Patrizio Bosti, nel tesoro scoperto ieri sera nell’ambito dell’operazione interforze (Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza e Cacciatori di Calabria) contro il clan Contini, famiglia malavitosa di rango della cosiddetta “Alleanza di Secondigliano”.
A rendere noti i particolari del ritrovamento è stato il comandante del reparto operativo dei carabinieri Napoli Andrea Leo, che nel corso della conferenza stampa indetta dal procuratore Gratteri ha ripercorso le tappe del ritrovamento: “Dalle intercettazioni – ha spiegato – emergeva che nell’appartamento era stato costruito un bunker che avrebbe dovuto contenere il tesoretto e abbiamo posto attenzione sulla ricerca con gli specialisti delle varie forze di polizia: l’abbiamo individuato in una intercapedine e dopo avere creato un buco siamo riusciti a entrare, grazie a un collega di piccola statura. Da quella stanza sono uscite mazzette di denaro, in doppio strato di sottovuoto e varie scatole di orologi”.
Nel conteggio delle mazzette – ha aggiunto Leo – è emerso un quantitativo di denaro contante spropositato, superiore ai 4 milioni di euro e orologi di lusso sfrenato che verranno sottoposti a perizia per stimarne il reale valore”.
“Poi c’erano anche preziosi, – ha detto ancora Leo – come un diamante da 10 carati. E’ la prova evidente che questa è stata l’Epifania di tutte le intercettazioni finora ascoltate”.

L’operazione di ieri a Napoli “fa capire che il 41bis non funziona“. Lo ha detto il procuratore di Napoli Nicola Gratteri nel corso di una conferenza stampa indetta all’indomani dell’operazione interforze sul clan Contini. Dall’inchiesta è infatti emerso che i vertici del clan riuscivano a impartire ordini dal carcere sebbene sottoposti a quel regime carcerario.
Dobbiamo domandarci chi ha ridotto il 41bis in queste condizioni, con maglie così larghe – ha detto Gratteri secondo il quale questo regime carcerario ha subito delle modifiche che lo hanno depotenziato – Ci sono state circolari, direttive e modifiche nel corso degli anni che lo hanno ridotto in queste condizioni”.

Grazie alle intercettazioni telefoniche, tanto messe in discussione, con la bravura della Polizia di Stato dei carabinieri e della Guardia di Finanza hanno sequestrato 48 orologi per 5 milioni di euro e contanti per 4 milioni di euro”. Lo ha annunciato il procuratore di Napoli Nicola Gratteri nel corso di una conferenza stampa indetta all’indomani dell’operazione interforze sul clan Contini.
Tutti questi orologi da collezione – ha aggiunto – alcuni di valore inestimabile, non li ho mai visti. Alcuni sono pezzi unici e abbiamo chiesto a esperti di valutarli”. Secondo quanto reso noto gli orologi e il denaro contante sono stati trovati in un bunker scovato in un’abitazione perquisita ieri.

Le mafie esistono perché si rapportano con il potere, se non ci sono interessenze allora non esistono le mafie, esistono quando ci sono interessenze con politica e imprenditoria”. Lo ha detto il procuratore di Napoli Nicola Gratteri nel corso di una conferenza stampa indetta all’indomani dell’operazione interforze sul clan Contini.
Dall’inchiesta è infatti emerso che i vertici del clan riuscivano a impartire ordini dal carcere sebbene sottoposti a quel regime carcerario. “Mi ha stupito la camorra, che ho trovato forte ed evoluta soprattutto sul piano imprenditoriale”, ha sottolineato.

E’ stato scoperto grazie alle intercettazioni il bunker contenente un vero e proprio tesoretto, composto da 48 orologi preziosi per un valore di oltre 5 milioni di euro e denaro contante per altri 4 milioni di euro. Lo ha detto il procuratore di Napoli Nicola Gratteri nel corso di una conferenza stampa indetta all’indomani dell’operazione interforze sul clan Contini, intervenendo sulla querelle che vede la politica interrogarsi sui costi delle intercettazioni.
Gli orologi – ha spiegato Gratteri – potranno essere messi all’asta mentre il denaro andrà a disposizione del fondo unico per la Giustizia contribuendo così a finanziare questa tipologia di strumento di investigazione”.
La perquisizione che ha consentito di ritrovare il bunker è stata effettuata in una abitazione della zona di Agnano, a Napoli, riconducibile al genero del boss Patrizio Bosti: si tratta di Luca Esposito, marito della figlia Maria, peraltro minacciato, insieme con i suoi due figli, per costringerlo a non collaborare più con la giustizia.