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Cita il Camus del “mi ribello dunque sono”, per parlare di “Napoli patria del conflitto”, ma in senso positivo. Il procuratore generale facente funzioni della Corte d’appello di Napoli, Antonio Gialanella, apre così il congresso nazionale di Magistratura Democratica, la corrente progressista dell’Associazione nazionale magistrati, in corso fino a domenica alla Stazione Marittima. “Napoli è una città paradigmatica” spiega Gialanella, che è anche avvocato generale presso la Corte d’Appello. L’accostamento è col tema congressuale, “Conflitti e diritti in un mondo in movimento”. E Partenope, da questa prospettiva, è da sempre città laboratorio.

Napoli è patria del conflitto e storia del conflitto tra potere e diritto” dice il pg. Un dato di fatto, “e chi ha fatto magistrato a Napoli lo sa”. La lettura ribalta i luoghi comuni. Come, ad esempio, lo stereotipo di città anarchica, allergica alle regole. Nell’elogiare Napoli, Gialanella illustra l’esperienza della giurisdizione. E quindi lo “sforzo di affermare il diritto dove i poteri cercano di comprimerli”. Gli fa eco Stefano Musolino, segretario nazionale di MD, secondo cui “Napoli, per me che sono di Reggio Calabria, è una sorta di capitale morale del Meridione”. E però, aggiunge, “è anche una società complessa, in cui i conflitti si rincorrono, in particolare quelli tra poteri e diritti deboli”. Contestualizzando Gloria Sanseverino, segreteria di MD Napoli, avverte: “Qui ci sono non solo i conflitti derivanti dalla grandissima povertà, ma dalla necessità di svolgere un’attività molto più incisiva di prevenzione”. Questo “per evitare che determinate categorie di soggetti a rischio, pensiamo ai giovani, possano finire col diventare o detenuti a vita o entrare in certi circoli viziosi”. Il rimedio? “La tutela del diritto, che parte da una forte attività di prevenzione”. Ovvero “scuole, centri sportivi, un’alternativa alla criminalità, canale sempre più abbordabile”.