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Napoli – La chiusura delle attività e delle imprese causata dal Covid-19 ha avuto effetti disastrosi per l’economia generando una crisi economica che ha costretto numerose famiglie a cadere nella trappola dell’usura. Il fenomeno si è quintuplicato tra Napoli e provincia. A raccontare cosa sta accadendo è proprio Luigi Cuomo, presidente nazionale di SOS Impresa, l’organizzazione nata con lo scopo di prevenire e contrastare l’estorsione e l’usura nel territorio campano. 

Presidente Cuomo come è cambiato a Napoli e provincia il fenomeno dell’usura a seguito dell’emergenza sanitaria? 

“Accanto all’usuraio tradizionale, oggi c’è una nuova forma di usuraio criminale-mafioso che, oltre lo scopo di profitto illegittimo, vuole controllare le imprese”.

Anche le istituzioni lanciano l’allarme. Con altre associazioni avete dato vita in questi giorni a un manifesto “La città contro l’usura”. In cosa consiste?

“Lo scopo è fare in modo che si assuma la consapevolezza che l’usura non è un reato chiuso che rimane tra la vittima e il carnefice. Ma che coinvolge e travolge la vita di tutti perché laddove un commerciante che magari ha una famiglia è sotto usura, trasferisce ai delinquenti non solo denaro ma anche i sacrifici, il sudore e il lavoro suo e di tutti i suoi cari. Ciò rafforza gli usurai che così aumentano il loro potere sul territorio e su tutti i cittadini, non solo sulla vittima”. 

Spesso le persone però non denunciano, per paura. 

“Il manifesto serve anche a questo: far sentire alle famiglie e alle vittime di usura che non sono sole e che non sono bloccati in una condizione di non ritorno ma che possono trovare solidarietà attorno a loro. Ed, inoltre, per far capire a tutti che la vittima di usura sta involontariamente armando la mano di un delinquente che domani potrebbe avere te come obiettivo”.

Il fenomeno dell’usura nel post Covid è quintuplicato. Cosa si sarebbe potuto fare per prevenire ciò?

“Ritengo che ci sia stato un errore nel decreto liquidità. Quest’ultimo ha avuto il limite di fondarsi sulla mediazione del Sistema Bancario che da tempo si è rivelato inadeguato a rispondere alle esigenze moderne di credito del nostro paese. E quindi c’è stato un blocco. Se il credito legale viene ostacolato, impedito, negato è chiaro che il credito illegale aumenta considerevolmente perché i cittadini, non potendo rivolgersi alle banche, si rivolgono altrove e questo altrove è sempre pronto ad intervenire”.

Cosa ha messo in campo invece Sos impresa durante il lockdown?

“Il comitato non si è mai fermato, neppure durante il lockdown, esaminando pratiche e facendo sedute settimanali da remoto, accelerando anche i tempi burocratici. Infatti sono stati elargiti mutui agli imprenditori per più di 5 milioni di euro. Anche questo contribuisce a far capire alle vittime che denunciare è conveniente, non è solo un modo per liberarsi dall’aguzzino ma anche per trovare una rete di solidarietà ed un sostegno economico, grazie al quale è possibile riprendere le attività”.

Cosa succede dopo che un impresario denuncia rivolgendosi a voi?

“Chi ci chiama ci espone le sue problematiche, noi lo aiutiamo a capire i margini entro i quali è possibile rompere quella situazione. Il passaggio obbligatorio è la denuncia che deve essere compilata adeguatamente poiché è un atto importantissimo e delicatissimo. Bisogna unire tutti gli elementi utili agli inquirenti affinché possano fare meglio la loro parte. Noi accompagniamo queste persone sia durante la fase della denuncia, sia successivamente. Offrendo aiuti e solidarietà legale, commerciale e psicologica gratuitamente. Chi si rivolge alle associazioni antiracket e denuncia, diventa una persona nuova, trova amici e delle forme di sostegno che prima non immaginava che esistessero”.