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Napoli – “Rino Gaetano e Fabrizio De Andrè sono legati da un filo rosso di artisti impegnati, che non avevano paura di schierarsi e dire quello che pensavano. Nelle periferie italiane si parla di riscatto e di speranza e dipingere i loro volti nel quartiere Trecento Alloggi a Crotone e a Scampia a Napoli vuol dire farlo in luoghi perfetti”. Così Jorit parla davanti al suo grande murale di De André nel centro del quartiere Scampia a Napoli, sulla parete di uno dei pochi nuovi edifici costruiti dal Comune per sostituire le Vele, di cui una già abbattuta ma altre ancora in piedi. Un gesto d’arte e un messaggio forte dall’artista napoletano: “il murale – spiega – non cambia nulla, ma può accendere un faro, può arricchire le coscienze delle persone. Magari molti non conoscevano nemmeno De André e quindi possono trovare un nuovo riferimento per vivere se stessi e il quartiere in modo diverso. Ma nella sostanza non cambia nulla, qui ci vuole un forte intervento delle istituzioni a livello locale ma soprattutto a livello nazionale”. Jorit è nato a Quarto, nella provincia interna di Napoli, ora vive nel quartiere periferico partenopeo di Barra e guarda al percorso delle periferie: “Sono a contatto sin da bambino – dice – con i problemi delle periferie che vivono l’abbandono, contesti di marginalità in cui si sentono abbandonate dalle istituzioni. A volte basta anche portare mezzi di trasporto in più, far passare più spesso i treni o farli passare in assoluto, se ancora non ci sono. Io a Quarto iniziai a fare graffiti e street art perché sentivo che non c’era altro da fare e che la presenza dello Stato non c’era. Molti amici hanno preso brutte strade invece. In questi anni miglioramenti sostanziali non ne vedo, vedo le stesse problematiche di prima che si risolvono con il lavoro, il diritto ad abitare e dare anche una speranza alle persone. Forse qualche passo avanti c’è stato come umanità, ma interventi strutturali nelle periferie non ne ho visti”.