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Alessandro Impagnatiello e la madre lunedì 29 maggio, due giorni dopo l’omicidio della fidanzata incinta Giulia Tramontano commesso dal 30enne che ha confessato, sarebbero andati in un bar a qualche decina di metri dal luogo dove, nella notte tra il 31 maggio e il primo giugno, è stato trovato il cadavere, per chiedere informazioni sulla presenza di telecamere all’esterno del locale. Da quanto si è saputo, lo avrebbe confermato lo stesso gestore del locale sentito nelle indagini della Procura di Milano e dei carabinieri.

Da rilievi effettuati oggi dai pm di Milano e dai carabinieri nella casa di Senago, nel Milanese, dove Giulia Tramontano è stata uccisa dal suo fidanzato, Alessandro Impagnatiello, emergono altre contraddizioni sulla dinamica dell’omicidio ricostruita dall’uomo durante la sua confessione. E’ quanto si è appreso da fonti qualificate.
Dalle indagini inoltre emerge che il suo è un profilo che, in ambienti investigativi e requirenti, viene definito da “narcisista manipolatore”.