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Napoli – Il 24 febbraio del 2017 a piazza Garibaldi presso uffici del consorzio Asse costerio una microcamera riprende tutta la scena. È qui il fulcro dell’inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari sette persone, accusate di aver frodato la comunità europa, il comune di Napoli, emettendo false fatture e chiedendone il rimborso. “Allora veniamo a noi, noi dovevamo chiudere questa qui di centoventuno per un totale di centoquarantotto, l’altra volta noi facemmo quarantaquattro e qualcosa. Io adesso vi devo dare settantacinque”, dice Anchiello Prospero, uno degli arrestati e titolare della Excange, società che emetteva fatture di comodo. Di fronte a lui c’è Umberto Iannello: “Voi mi avete portato i settantacinque mila?”. Prospero: “Vediamo, così abbiamo chiuso e poi le prossime possiamo girare i famosi venti che sono a compensazione”. Prospero in quella occasione elargiva 75mila euro in mazzette da 5mila ognuno. Poi una volta che Prospero si allontanava Umbero Ianniello divideva la somma in parti uguali in mazzetta da 5mila euro e poi in quote dispari e dividevano anche le monete per un totale di 18.965 euro. Prospero, poi, una volta consegnata la fattura unitamente alla somma di denaro chiedeva il pagamento a mezzo bonifico bancario della fattura per un importo di 90mila euro.