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Napoli – Il maxi-cantiere fantasma che da anni tiene in ostaggio il quartiere Fuorigrotta deve essere rimosso. Ne è convinto Diego Civitillo, presidente della Municipalità 10, che in una nota inviata alla Regione Campania ha chiesto l’immediato ripristino dello stato dei luoghi «in assenza di inizio dei lavori per la stazione linea 7 Parco San Paolo». Il presidente della “giuntina” di via Acate usa parole a dir poco infuocate nel dare notizia della missiva inviata all’indirizzo di Palazzo Santa Lucia: «Le incertezze economiche sulla società aggiudicatrice, i dubbi sull’opera e sul suo cronoprogramma hanno imposto questa richiesta. Un cantiere fermo da due anni, di fatto mai iniziato realmente e per il quale sono state eseguite solo poche opere accessorie. Siamo a saremo sempre a favore della mobilità pubblica e sostenibile, ma i cronoprogrammi vanno rispettati. Se la Regione Campania pensa di poter creare l’ennesima grande opera infinita subirà la giusta protesta popolare».
Ecco, dunque, un estratto del documento firmato dal presidente Civitillo: «La fine dei lavori era stimata per settembre 2012, ma ad oggi non sono in corso attività operative per la costruzione della stazione San Paolo Linea 7. Non esiste ancora progettualità approvata e discussa in relazione alla tratta San Paolo-Terracina-Viale Giochi del Mediterraneo-Kennedy che dovrebbe chiudere la bretella e non si conoscono i tempi e le modalità per la realizzazione della tratta. Nonostante il nostro contributo politico e tecnico e nonostante le continue rassicurazioni ricevute, i cantieri non hanno ricevuto alcun obiettivo di avanzamento previsto». Fatta questa premessa, ecco l’infausto pronostico: «La fine dei lavori per settembre 2012 risulta essere un dato assolutamente irrealizzabile, allo stato attuale non è possibile neppure prevedere la conclusione dei lavori. In assenza di informazioni puntuali da parte della Regione Campania si chiede che la stessa predisponga con effetto immediato la rimozione della cantierizzazione situata in viale Bakunin e il ripristino dello stato dei luoghi per garantire la vivibilità e la sicurezza a una comunità di oltre 4mila residenti e realtà commerciali e professionali». L’intero rione, infatti, proprio a causa della presenza del cantiere da ormai due anni sta subendo gravi ripercussioni sul piano della viabilità ma anche sotto il profilo economico.