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NAPOLI – Peppe De Cristofaro, responsabile nazionale enti locali di Sinistra Italiana, ex sottosegretario alla scuola e all’Università del governo Conte 2. Ora nella coalizione che sostiene Gaetano Manfredi candidato sindaco nel laboratorio politico napoletano.
 
“Unico nel suo genere in una grande città italiana”.
Il centrosinistra allargato al Movimento 5 Stelle.
 
“Riporta nel campo democratico un movimento caratterizzato anche da contraddizioni. A Napoli c’è un laboratorio importante che è partito dalla formula del Conte 2”.
Anche lei come il suo ex collega di governo Peppe Provenzano un nostalgico di quell’avventura?
 
“Si è fatto finta di non capirne la novità”.
La dico con Paolo Macrì: “Conte è meglio ‘e Pelè”?
 
“Non lo so se è migliore di Pelè. Ma non a caso il Governo Conte è stato ostacolato”.
Da chi? Da Renzi?
 
“Non solo da lui”. 
Dai poteri forti.
 
“Faccio nomi e cognomi: precisi gruppi di interesse, finanziari, editoriali e settori di Confindustria hanno voluto che si arrivasse al governo Draghi. Il governo delle larghe intese, unico del suo genere in Europa, che noi ovviamente non sosteniamo”.
La cito: “Non sono il sottosegretario per tutte le stagioni”.
 
“La stagione, infatti, è cambiata”.
Ma a Napoli vi ritrovate nella stessa coalizione con Italia Viva.
 
“Un conto è il governo nazionale, un conto sono le città. A Napoli non ho difficoltà a stare in una coalizione così ampia. Confido nelle capacità di sintesi di Manfredi”.
Si candiderà al suo fianco?
 
“Se sarò candidato personalmente non è ancora all’ordine del giorno”.
Ci sarà la lista Sinistra Italiana?
 
“Sicuramente faremo la nostra parte. Saremo un valore aggiunto”.
Non si potranno presentare 20 e passa liste.
 
“Infatti lavoreremo per un ragionevole assottigliamento e per liste tutte forti”.
Sinistra Italiana è stata fino alla fine accanto al sindaco De Magistris. Sul sindaco uscente, Manfredi ha speso queste parole: “I suoi sono stati 10 anni di conflitti. E i risultati si vedono: Napoli è una città impoverita, smarrita, isolata”. La imbarazza?
 
“No. Perché il ragionamento che facciamo è questo: Manfredi ha ragione quando muove la critica che Palazzo San Giacomo si è isolato istituzionalmente. Ma, detto questo, a parte la prima esperienza di Bassolino sindaco, gli ultimi 25 anni sono stati difficili per tutti”.
Troppo facile metterla così.
 
“Ma è la realtà: mi faccia conoscere un napoletano che giudica indimenticabile l’azione di governo della stessa Iervolino o di Bassolino Governatore, due figure che pure rispetto molto”.
Iervolino e Bassolino hanno governato anche con voi.
 
“Certo. Con luci e ombre. Per questo serve onestà intellettuale al fine di non ripetere gli errori del passato. Ci sono dei nodi strutturali con i quali ci si è ritrovati impelagati qui a Napoli. Il primo dei quali Manfredi l’ha ben colto: non essere al centro dell’attenzione e delle politiche nazionali. Tranne il Conte 2, gli ultimi sono stati tutti governi essenzialmente filo-settentrionali. Per questo, pur non essendo nostalgico, penso che il giudizio sul Conte 2 non può certo essere negativo”.
Sembra sentire Peppe Provenzano: “Il Conte 2 ha provato a mettere in campo una politica per un Sud diverso e orgoglioso”.
 
“Ha ragione a dirlo”.
Il professor Macrì, però, dice di non essersene accorto.
 
“Il professore era distratto evidentemente. Assicuro, al contrario, che la Confindustria del Nord non lo è stata affatto, invece”.
Per la prima volta Bassolino sarà un suo avversario.
 
“Continuo a rispettarlo molto”.
Se l’è presa per quel termine “trattativa” pronunciato da Manfredi a riguardo di un suo eventuale passo indietro da candidato sindaco e un suo ritorno nella coalizione di centrosinistra.
 
“Una polemica un pò sterile. Spero che il dibattito si concentri sulle cose importanti per la città”.
Confessi subito la sua fede calcistica e andiamo al nocciolo.
 
“Tifo per il Napoli”.
Per quale Napoli (città) bisogna lavorare?
 
“Io non credo che possa essere solo una città turistica. Napoli è la città più giovane d’Italia, con 5 università: non ci si può non dedicare a questo mondo della ricerca, della nuova industria eco-sostenibile, digitale, delle start-up. Modello Academy della Apple a San Giovanni a Teduccio”
Modello Manfredi.
 
“E’ davvero surreale che si discuta delle sue simpatie calcistiche e non del fatto che è stato un ottimo ministro dell’Università, ad esempio”.
Ariecco il Conte 2.
 
“Manfredi ministro ha allargato la no tax area, ha aiutato gli studenti in difficoltà economica, ha incrementato il fondo delle borse di studio. Ha ridotto le diseguaglianze con i fatti, non con le parole”.
Manfredi ha detto che non ha un partito di provenienza e che va bene se lo si chiama professore. Con 20 e passa liste da mettere d’accordo si sente un pò Prodi?
 
“Manfredi deve fare Manfredi. Deve fare il sindaco, bene come ha fatto bene il ministro”.
 
Marco Demarco, sul Corriere del Mezzogiorno di oggi, vede un ulteriore pericolo di personalizzazione della politica. E il rischio che quello di Napoli diventi, più che altro, un laboratorio della crisi della politica, dove, in realtà, viene mortificata: occultata o negata.
 
“Il tema è quello di raggiungere una sintesi vera tra politica e forze civiche. In altri Paesi ci stanno riuscendo: accanto ai leader, c’è la politica dei soggetti sociali. E io credo che Manfredi, con una partecipazione rinnovata rispetto a quella classica dei soli partiti tradizionali, abbia proprio questo in testa”.