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NAPOLI – La Gaiola rischia di diventare un’area protetta solamente sulla carta. E’ l’allarme che lancia Forza Italia assieme agli ambientalisti, preoccupati ancora una volta che la costruzione di uno scarico fognario nella vicina Bagnoli possa sconvolgere l’ecosistema del parco marino.

Ciò che mette in allarme gli ambientalisti e il partito azzurro è il progetto di un secondo sbocco all’interno della Zona Speciale di Conservazione Europea (Zsc) Gaiola-Nisida che Invitalia si appresta a realizzare nell’ambito della bonifica di Bagnoli.
 
Questo progetto coinvolge il Comune di Napoli, il Commissariato alla bonifica (rappresentato dallo stesso sindaco Gaetano Manfredi) e il Ministero della Transizione ecologica.
 
Tuttavia, chi protesta fa presente che nessuno di questi enti nè l’Agenzia Nazionale per l’Attrazione e lo Sviluppo d’impresa abbiano evidentemente analizzato il corso delle correnti per capire dove finirebbero i liquami sversati in acqua.
 
“Stanno usando una riserva marina come area sacrificale”, denuncia il consigliere comunale Domenico Brescia, membro della Commissione Mare e Ambiente.
 
E Fulvio Martusciello, vice coordinatore regionale vicario di Forza Italia, aggiunge: “Sono anni che le associazioni ambientaliste denunciano, inascoltate, l’impatto di quello scarico. Ma, nonostante questo, l’attuale progetto di Invitalia per la riqualificazione di Bagnoli prevede di costruirne un secondo a poche centinaia di metri, nella zona della spiaggetta di Coroglio. E pensare che, per una parte di rifiuti che finisce a ridosso della costa, bisogna moltiplicare almeno per 100 la quantità che si presenterebbe a largo. E quelle che dimostrano lo stato del mare sono immagini che fanno ancor più male in un’epoca in cui tutti i grandi piani economici e sociali, a partire dal Recovery Fund europeo, si basano prevalentemente sull’ecosostenibilità”.
 
Per tutto questo, Martusciello chiede un intervento immediato di Arpac (l’Agenzia regionale per l’ambiente) e di tutti gli altri enti di competenza “anche perché, dopo due anni di pandemia, da questo rischio inquinamento ne può ricevere un duro colpo pure la nostra economia”.
 
L’ultima chicca che non trascura di far presente il rappresentante di Forza Italia è “che nel progetto del secondo scarico è coinvolto anche il Ministero della Transizione Ecologica: lo stesso che controlla e dovrebbe proteggere l’Area Marina protetta della Gaiola”.