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Napoli – “Senti, Catello: dobbiamo parlare“. A Maresca, nel comitato elettorale che gli ha messo a disposizione l’amico Michele Riggi, in tanti, in questi giorni, gli sono andati vicino con queste parole, con una mano sulla spalla e con un mezzo sorriso che tenta di velare il nervosismo che quel “me ne fotto dei partiti” speso nel primo comizio dall’ex pm della Dda, lunedì a Ponticelli, non ha affatto stemperato.

Gli si è avvicinato uno in particolare: quell’Alessandro Nardi, uomo cardine dell’esperienza De Magistris a Palazzo San Giacomo, che ora si è assunto il compito di comporre le liste dei suoi candidati. 

Il ragionamento che gli ha fatto l’ex numero uno della Mostra d’Oltremare e della Napoli Holding è semplice semplice: “Non è più tempo di giri di valzer, Catello. Ora devi scegliere davvero: o noi o loro“.

Nardi, per “noi” intendeva i pezzi “civici” staccatisi dall’esperienza di governo De Magistris. Per “loro“, intendeva i partiti di centrodestra. 

Maresca, quindi, è giunto al bivio. Se ne è reso conto anche lui, del resto, quando si è lasciato sfuggire che sperava in una convergenza maggiore attorno al suo nome. Invece, le cose, numero di liste alla mano, stanno così: non benissimo. Con i civici arriva a 5 liste. Con il centrodestra più o meno allo stesso numero. Doveva essere lui capace di sommarle. Ma l’obiettivo, per ora, lo ha completamente fallito.

E quindi, praticando la tattica della “dissimulazione”, per utilizzare un termine speso ieri su Repubblica dal direttore Luigi Vicinanza, si ritrova, se non davanti a due vicoli ciechi, di sicuro con le spalle al muro.

Se dice sì al centrodestra, come gli stanno tornando a chiedere a mò di ultimatum le segreterie di Forza Italia e Lega (Fratelli d’Italia, anche ieri, col suo direttivo provinciale, ha fatto quadrato attorno al suo Sergio Rastrelli), dovrà dire addio a buona parte delle civiche. 

Se rinuncia al centrodestra, invece, l’ipotesi su cui lavora Nardi è quella di portargli in dote, oltre che una parte dei grillini dissidenti che non vogliono allearsi con Manfredi ma magari con un candidato che si dichiara “nè di destra nè di sinistra”, Alessandra Clemente

Proprio così: la delfina di De Magistris sarebbe pronta a sostenere l’ex pm.

In realtà, i due già tempo fa avevano intavolato una discussione, “pontieri” l’assessore Marco Gaudini e il consigliere Stefano Buono

In questi giorni, i contatti si sono rifatti assai fitti.

Del resto, con il centrodestra in fibrillazione, con Martusciello che va ripetendo che anche Forza Italia, dopo Fratelli d’Italia, non rinuncerà al suo simbolo e che lo mette alle strette, Nardi & company coltivano il sogno di replicare con Maresca ciò che riuscirono a fare con De Magistris: una candidatura sostanzialmente civica, che “scassa” tutti e tutto. 

E quindi: porte aperte alla Clemente. E un tentativo di tenerle aperte anche per Sergio D’Angelo, un altro candidato sindaco che ha avuto trascorsi con De Magistris.

Il disegno alternativo al centrodestra è una sorta di rivoluzione arancione 2.0.

Fatto sta che questo è davvero il momento della scelta di campo definitiva per Maresca: la macchina delle liste elettorali – gli si è fatto presente – non può rimanere ferma ancora a lungo.