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Napoli – “La Comunità ebraica esprime indignazione e profondo sconcerto“. La presidente Lydia Schapire interviene con una nota scritta sullo slogan scelto ed apposto sui manifesti del Comune di Napoli per il Primo maggio. Ovvero “il lavoro rende liberi“: la stessa scritta che si trova sull’ingresso del campo di sterminio di Auschwitz, come di altri lager, messa dai nazisti per deridere i deportati ebrei. Un errore terribile a cui l’assessorato alle Politiche sociali e al Lavoro, guidato da Monica Buonanno, ha poi posto rimedio. “La successiva correzione da parte del Comune di Napoli, che ha sostituito quell’espressione tristemente evocativa di uno dei periodi più bui della storia umana con la frase “solo il lavoro rende la dignità”, nulla toglie alla gravità della scelta operata dall’assessorato“, ha detto costernata la presidente della Comunità ebraica. “L’assessorato con un uso tanto disinvolto delle parole, rivela superficialità, insensibilità e ignoranza inaccettabili da parte di una rappresentanza istituzionale. La Comunità Ebraica di Napoli, da sempre impegnata nel dialogo interreligioso e interculturale nel rispetto delle specificità di ciascuno, ritiene offensivo per la memoria delle vittime della Shoah e per gli Ebrei la scelta di quell’espressione odiosa“. L’episodio per la Comunità ebraica senza dubbio è “un esempio pericoloso di come la conoscenza corretta di quel che è stato abbia sempre meno spazio presso certe amministrazioni, evidentemente più avvezze alla banalizzazione degli eventi storici che alla corretta percezione del loro reale significato“.