La straordinaria striscia vincente del Napoli – siamo a nove vittorie consecutive, 5 in Serie A e 4 in Champions – ha fatto sì che gli azzurri siano in testa da soli in classifica, ma senza riuscire a creare il “vuoto” dietro. – Lo scrive questa mattina la Gazzetta dello Sport – Le sei gare prima della sosta Mondiale dovranno dimostrare se il Napoli riuscirà a tenere tutti dietro.
Prima di “pesare” le avversarie in campionato, c’è una considerazione non secondaria nell’analisi. Luciano Spalletti nelle sue rotazioni – 8 partite in 28 giorni – avrà un vantaggio: la qualificazione già acquisita agli ottavi di Champions che, oltre a dare maggiore autostima al gruppo, magari consentirà un pizzico di riposo in più a chi è stato più impegnato. Inoltre va considerato che contro i Rangers potrebbe anche bastare una vittoria per garantirsi pure il primo posto nel girone. E dunque togliere ogni significato alla trasferta di Liverpool, dove si giocherà quattro giorni prima che a Bergamo.
Nel calendario spiccano le due trasferte: all’Olimpico contro la Roma e a Bergamo con l’Atalanta. Due veri e propri scontri diretti che daranno ulteriore forma alla classifica nelle prime posizioni. Per il resto il Napoli resterà più che altro al Maradona, per ospitare Bologna, Sassuolo, Empoli e Udinese. Impegni non impossibili ma che riservano diverse trappole. In una squadra che pratica un bel calcio pure in Europa, gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo.
E poi gli avversari comunque riescono a trovare contromisure tattiche. Ma Spalletti, che finora ha ruotato i suoi dando minutaggio buono a quasi l’intera rosa, si ritrova con un Osimhen letteralmente “esplosivo”. Senza dimenticare la crescita internazionale di Raspadori, l’effetto-Simeone ogni volta che subentra e il campione che oggi tutta Europa invidia al Napoli: Kvaratskhelia.