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Napoli – Bollettino da guerra per l’abuso di alcol a Napoli tra i giovanissimi. Tra la notte di San Silvestro e il 1 gennaio ci sono stati ben 21 interventi del 118 per ubriachezza nel capoluogo partenopeo.

Adolescenti e giovani sui 20 anni che, per divertirsi la sera, si programmano la sbronza nei minimi dettagli. Si recano nei supermercati per comprare bottiglie di super alcolici e bevono fino a sentirsi male, perdere i sensi o addirittura finire in coma etilico. Si beve per strada, fuori i locali notturni prima di entrare (perché nei locali gli alcolici costano di più) o nelle discoteche per quei giovani che hanno disponibilità economiche elevate.

Ad avvertire i sanitari del 118 nella stragrande maggioranza dei casi sono gli stessi amici del malcapitato. Quando gli uomini e le donne del 118 arrivano sul posto si trovano a scene di forte degrado con il ragazzino, spesso ricoperto dal proprio vomito, steso a terra in condizioni pietose. O senza conoscenza.

Dopo l’epidemia di Capodanno è intervenuto sul problema Giuseppe Galano, coordinatore del servizio emergenza Asl Napoli 1, che in una intervista rilasciata al Corriere del Mezzogiorno descrive lo scenario del fenomeno come da “guerra”. “Quest’anno rispetto al 2018 abbiamo effettuato più soccorsi di persone che stavano male per l’alcol. I casi sono tutti o quasi concentrati nella fascia giovanile. Adolescenti e ventenni. Nella maggior parte delle situazioni sono stati gli stessi amici a contattare il 118”. Per quanto riguarda il tipo di interventi da effettuare sul posto dai sanitari il dottor Galano spiega: “I nostri operatori verificano se sia possibile risolvere il problema sul posto o se è necessario il ricovero in pronto soccorso. Si praticano infusioni con soluzioni glucosate e si correggono gli squilibri idroelettrolitici. Nei casi più gravi può essere necessario il ricorso alla ventilazione meccanica. Se vediamo che ci sono anche esiti neurologici facciamo altro”.

Altro problema da risolvere per i soccorritori per applicare poi le giuste contromisure è quello di scoprire al più presto se la vittima ha assunto anche sostanze stupefacenti insieme all’alcol. Continua infatti il dottor Galano: “è tutt’altro che infrequente che i ragazzi mischino sostanze. Per loro gli effetti sono ovviamente devastanti e per noi che dobbiamo aiutarli è un problema in più da risolvere. Sono in circolazione talmente tante pasticche e droghe sintetiche che non è sempre facile risalire esattamente alla sostanza che bisogna cercare di neutralizzare. Senza dimenticare – è perfino banale ricordarlo – che le droghe potenziano gli effetti dell’alcool e che quest’ultimo moltiplica quelli degli stupefacenti”.

Per quanto riguarda poi il profilo del ragazzo che abusa di alcolici fino a star male il dottor Galano ci dice che non esiste una tipologia standard ma che l’emergenza attraversa in maniera trasversale gli strati sociali della popolazione giovanile napoletana: “i giovani che maltrattano la vita, mi si passi questa espressione – aggiunge Galano – appartengono a contesti sociali, culturali ed economici differenti. Cercano lo stordimento come emozione forte o perché reputano che sia indispensabile per stare bene con gli altri, per divertirsi e per comunicare o magari per mettersi in evidenza. C’è un problema di tipo educativo grande come una casa ed a questo noi del 118 certamente non possiamo dare risposte. Sono questioni che coinvolgono le famiglie, la scuola, direi la società intera. Certo è che qualcosa va fatto perché non è normale che ci arrivino in ospedale tanti giovani che si sono ubriacati fino a perdere conoscenza. Neppure ci si può rassegnare alla falcidie di ragazzi coinvolti in incidenti mortali perché avevano bevuto prima di mettersi alla guida”.

Quindi il problema da risolvere per il dottor Galano è quello sociale, cercando di capire quali sono i quesiti a cui i giovani provano a dare risposta con l’abuso di alcolici, qual è il motivo della ricerca così spasmodica dello sballo e dove si può intervenire, come società civile, per evitare che i nostri giovani possano arrecare danni a se stessi e ad altri nel momento in cui dopo aver bevuto poi si mettono alla guida per tornare a casa.