- Pubblicità -
Tempo di lettura: 4 minuti

Poggioreale (Na)La riunione presieduta da Marco Gaudini si è occupata, su proposta del consigliere Lebro, dello stato di abbandono e di pericolosità igienico-sanitaria delle zone a ridosso del Centro Direzionale. Sono intervenuti il direttore centrale della Pianificazione e gestione del territorio Massimo Santoro, la dirigente del servizio Controlli ambientali Emilia Giovanna Trifiletti, il presidente della Quarta Municipalità Giampiero Perrella e Annarita Serino del distretto 33 della Asl Napoli 1. 

Una convocazione rapida della commissione, ha spiegato il presidente Gaudini, è stata la risposta alla sollecitazione del consigliere Lebro (La Città) su un tema particolarmente sentito dai cittadini.

Un approccio giusto, secondo il consigliere proponente, per tentare di risolvere una questione che crea un grave allarme nella popolazione e alla quale, da anni, il Comune non fornisce una soluzione. L’assenza degli assessori, regolarmente convocati, è per questo particolarmente grave, vista l’attesa del territorio di risposte non più rinviabili, atteso il grave stato di degrado che caratterizza, in particolare, l’area dell’ex mercato ortofrutticolo e dell’ex Nato, oggetto di una convenzione firmata molti anni fa con la società Agorà 6 per la realizzazione di un project financing poi mai decollato e oggi al centro di una controversia.

Vanno tenute distinte le due situazioni, urbanistica ed igienico-sanitaria, secondo il presidente della Quarta Municipalità. Se la prima è ora sottoposta ad un arbitrato, con tempi di risoluzione presumibilmente lunghi, la seconda richiede interventi non più rinviabili per eliminare i gravi disagi per i cittadini, costretti a convivere con una vegetazione ormai cresciuta a dismisura, invasione di topi e insetti e rifiuti abbandonati di ogni genere. Una situazione che abbraccia diverse zone di Poggioreale e che arriva fino a Gianturco dove, nell’ex area Idrosint, è sorto nel tempo un campo rom in un’area occupata anche da rifiuti speciali, incendiati nello scorso mese di agosto. Successivamente, i Vigili del Fuoco e l’Ufficio regionale per la terra dei fuochi hanno diffidato il Comune ad intervenire per la messa in sicurezza e la bonifica dei suoli, ma, nonostante diversi incontri con uffici e assessori, nulla è cambiato. La proposta della Municipalità è quella di eliminare il pericolo igienico-sanitario e affidare poi alle associazioni e ai comitati di cittadini che le hanno richieste le aree in questione, nelle more della soluzione della controversia con la società.

La convenzione, ha ricordato il direttore centrale Santoro, fu firmata nel 2007 ed integrata nel 2010, su richiesta della società Agorà vincitrice della gara. Il progetto, che prevedeva una serie di interventi di trasformazione con il sistema del project financing non è di fatto mai decollato. Quanto all’aspetto della responsabilità e della competenza sugli interventi di messa in sicurezza, va detto che almeno due delle aree oggetto della convenzione sono state materialmente consegnate alla società, anche se, con la firma della convenzione, la responsabilità passa al concessionario per intero, anche per quelle non effettivamente consegnate. La bonifica, secondo l’intesa, spetta invece al Comune. Sulla questione dei controlli ambientali, è intervenuta la dirigente Trifiletti per chiarire la necessità di un approfondimento della documentazione con il direttore centrale Roberta Sivo, da poco subentrata nell’incarico.

Difficile, secondo la rappresentante del distretto 33 della Asl, poter stabilire la natura dei rifiuti presenti nell’area ex Nato senza potervi accedere, cosa attualmente impossibile a causa dell’altissima vegetazione che lo impedisce. A vista, risultano presenti rifiuti ingombranti, ma non è possibile definirne il grado di pericolosità. Una situazione impossibile da sostenere ulteriormente, secondo Antonio Cardone,  rappresentante del comitato civico Ascarelli, Gianturco, Luzzatti, S.Erasmo, soprattutto per l’allarme causato dalla presenza diffusa di amianto.

Per i consiglieri intervenuti: Moretto (Prima Napoli) ha ricostruito la storia del quartiere, segnata fin dall’inizio da problemi causati dalla presenza delle falde acquifere sottostanti. Uno stato poi aggravato dal degrado seguito ai mancati interventi e, oggi, dal rimpallo di responsabilità sulla titolarità ad intervenire tra Comune e società Agorà. Palmieri (Napoli Popolare) ha ricordato che spetta al Comune intervenire per la bonifica delle aree, come scritto nella convenzione, e non si comprende quindi l’inerzia di questi anni. Buono (Verdi-Sfasteriati) ha sollecitato risposte ai cittadini e alla Municipalità con azioni certe che solo l’Aministrazione può fornire, o intervenendo direttamente o diffidando il privato. Lebro (La Città) ha annunciato, in caso di ulteriore inerzia dell’Amministrazione, un’adesione all’esposto che la Municipalità si propone di presentare in Procura.

In chiusura il presidente Gaudini ha annunciato che una nuova riunione, con la necessaria presenza degli assessori competenti e degli uffici oggi assenti, sarà riconvocata a breve.