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Cos’è stato Diego Armando Maradona per Napoli e la sua gente? Cosa ha lasciato? Marco Bellinazzo, ‘guaglione’ del Rione Sanità da anni trapiantato al Nord ma sempre fedele all’azzurro del mare della sua città e della sua squadra del cuore, cerca di spiegarlo nel libro di Cairo Editore in uscita in questi giorni, dal titolo “Il Napoli di Maradona – Il primo scudetto e l’ultima vittoria”, che aggiorna il volume “Il Napoli di Maradona – Cronistoria di un sogno” uscito nel 2012 in occasione dei 25 anni del primo scudetto. Si parte dell’apice della parabola sportiva del ‘Pibe de Oro’, quando tra l’estate del 1986 e quella dell’anno successivo prima regala il Mondiale, (quello della ‘Mano de Dios’ e del gol più bello della storia) all’Argentina, e poi un primo storico scudetto al Napoli, che lo aveva acquistato dal Barcellona tre anni prima. Quel calcio, che davvero come scrive Bellinazzo era un’opera d’arte, diede agli azzurri un altro titolo e una Coppa Uefa, nel segno di un amore, e questo è uno dei lati più interessanti della storia, che non conosce barriere generazionali. A Napoli tutti venerano Diego Maradona, anche quei ragazzini che non lo hanno mai visto giocare, ma ai quali padri e nonni raccontano le imprese e le giocate di quel numero 10 che insieme a Pelé è stato il miglior calciatore della storia. Poi, come scrive Bellinazzo nell’introduzione, “quando, nella primavera del 2023, il Napoli ha vinto il suo terzo scudetto, il primo dopo quelli conquistati dalla squadra di Diego, la città si è dipinta d’azzurro e del tricolore, come oltre trent’anni prima. E come allora, sui muri e tra i vicoli è apparso il volto di Maradona, sono apparse le sue immagini, quasi fosse il nume tutelare della vittoria, il Santo laico chiamato ad accompagnare e benedire i nuovi eroi dei tifosi, emblema di rinascita e protettore di un popolo che mai potrà dimenticarlo”. Tutto vero, è proprio così, basta andare nell’antica Partenope e ci vuole un attimo a capirlo. E rimane difficile, a chi ama il calcio, non emozionarsi davanti a quei simboli e a quel murales dei Quartieri Spagnoli diventato chiesa di un culto pagano ma non meno ricco di passione. Maradona è stato il calcio ed è stato Napoli, padrone e simbolo di scudetti vinti rompendo gli schemi e idolo calcistico, viene da aggiungere, non solo dei napoletani.