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Napoli – Sigilli ad un cantiere a Napoli che sversava polveri di cemento nel mare di Posillipo. Tempestivo intervento degli uomini della Polizia Locale di Napoli a seguito di diverse segnalazioni pervenute al Reparto di Tutela Ambientale corredate da foto scattate dai residenti della zona nelle quali si evidenziava che, nell’esecuzione dei lavori edili in atto relativi al progetto di restauro e rifunzionalizzazione di uno stabilimento balneare, sito in Napoli alla via Posillipo, non erano state adottate tutte le misure necessarie ad evitare nocive immissioni in mare a salvaguardia l’ecosistema costiero.

Gli agenti hanno raggiunto via mare il tratto di costa interessato dai lavori e al loro arrivo percorrendo le grandi caverne non hanno riscontrato la presenza di nessun operaio. Tutti i soggetti ritratti negli scatti ripresi poche ore prima erano essere spariti nel nulla, se non fosse stato che, dopo circa venti minuti, mentre gli agenti perlustravano la zona per le indagini del caso, sono usciti allo scoperto venendo fuori da un’ulteriore anfratto nel quale si erano nascosti.

Identificati gli operai e richiesto l’intervento del responsabile del cantiere, si è proceduto all’ispezionare dell’area, sia mare che via terra. E’ risultato che, così come segnalato, erano in corso opere importanti di ristrutturazione e, nella fattispecie, si stava procedendo a gettare cemento nelle casseforme immerse nello specchio d’acqua antistante la banchina e proprio a causa della mancanza di tenuta ermetica delle casseforme le polveri di cemento si erano riversate in mare.

Durante l’ispezione del cantiere gli Agenti hanno riscontrato anche la presenza di diversi manufatti in amianto. Segmenti di vecchie condotte in eternit erano infatti depositate liberamente al suolo in diversi punti del cantiere, senza alcuna copertura e senza indicazione del pericolo esistente.

Ulteriori 50 sacchi neri privi di classificazione e contenenti residui misti di cantiere, lastre di vetroresina ed altri di rifiuti provenienti dalla pulizia della scogliera, erano accantonati a ridosso di una parete tufacea.

In stretta collaborazione con gli Ispettori dell’ARPA Campania e seguendo le loro dettagliate indicazioni si è proceduto a prelevare campioni di acqua al fine di effettuare le dovute analisi per comprendere quale e quanto sia stato l’elemento liberato in mare. Il cantiere è stato posto sotto sequestro giudiziario, lasciando l’obbligo alla parte di presenziare in sito al fine di garantirne la sicurezza. Tutti i soggetti identificati sono stati denunciati per la gestione illecita di rifiuti, immissione in mare di sostanze contaminanti e per l’inosservanza delle prescrizioni per la gestione dei rifiuti contenenti amianto.