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Di Ornella d’Anna

Napoli – Pulcinella, San Gennaro, il Vesuvio; e poi stelle, sirene, e molto altro ancora: quest’anno Chiaia si illumina con le decorazioni del maestro Lello Esposito. Luci “diverse” da quelle solite, vergate da un tocco di Napoli per renderle uniche nel loro genere, che accompagneranno turisti e visitatori per tutto il periodo invernale.

L’allestimento si intitola “Di-Segni di Luce” e viene raccontato come una mostra a cielo aperto: lungo le strade principali dello shopping partenopeo, da via dei Mille a piazza dei Martiri, da via Carlo Poerio a via Carducci, si alternano con mille colori differenti i ritratti del santo più amato dalla città e le linee sinuose della dea Partenope, in un continuo rimando alla tradizione popolare locale, in un ‘gioco’ che fa dei simboli antichi la sua cifra più attuale.

A ideare il progetto, che ha preso l’avvio ieri sera alla presenza del sindaco Luigi De Magistris, sono state la presidente di Chiaia District Carla Della Corte e Roberta Bacarelli, mentre la realizzazione è stata possibile grazie all’ausilio di Confcommercio. “Volevamo un progetto diverso e perciò abbiamo pensato a Lello Esposito, uno dei primi artisti che è riuscito a far parlare di Napoli in modo differente”, spiega la Della Corte.

Non tutto, però, è stato semplice: per sopperire alle carenze del Comune, a cui mancano i fondi e che perciò si è impegnata ad accendere solo via Toledo, sono dovuti intervenire gli sponsor e la stessa Confcommercio, che ha sostenuto un investimento di circa 100mila euro. Autotassati anche i commercianti, ma se qualcuno è stato ben felice di pagare la propria quota per abbellire le strade, altri si sono tirati indietro: “L’unico tipo di supporto che abbiamo avuto dall’amministrazione è stato l’entusiasmo” – racconta Roberta Bacarelli –. “Dai commercianti l’operazione è stata accolta bene perché i simboli napoletani piacciono comunque a tutti. Però ci sono sempre i ‘furbettini’ che non pagano, c’è sempre chi ne vuole usufruire senza dare niente. Tra l’altro chiedevamo un cifra irrisoria, 80 euro, ma anche per questi pochi soldi abbiamo dovuto penare. Ce l’abbiamo fatta grazie a chi ci ha voluto sponsorizzare e alla Confcommercio perché, da quando noi come associazione ne siamo entrati a far parte, ci sono di grandissimo sostegno”.