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Ercolano (Na) – “‘O capoclan è n’omm serio” (il capo clan è un uomo serio) il neomelodico Aniello Imperato (in arte Nello Liberti), originario di Ercolano, è stato condannato in primo grado ad un anno e quattro mesi dal Tribunale di Napoli per istigazione a delinquere.

Il suo testo, secondo gli inquirenti, è un vero inno alla criminalità organizzata, compreso il video clip della canzone che racconta la vita di un uomo del clan “costretto” a dover compiere azioni anche contro la sua volontà per volere del capo clan che è appunto “un uomo serio“.
La canzone, risalente allo scorso 2004, era da tempo finita nella bufera mediatica per le forti parole del testo che a molti sembravano un vero e proprio omaggio al boss Vincenzo Oliviero, lo stesso è stato poi ucciso nel corso di un agguato nel lontano 2007.

Il brano che, secondo il Tribunale di Napoli avrebbe scritto lo stesso boss della camorra vesuviana, è a tutti gli effetti un mezzo per istigare la delinquenza.
Nel caso, oltre al testo, è stato visionato il videoclip dove si vedono alcuni attori intenti a mettere in atto un omicidio per conto del capoclan. Nella sentenza del tribunale, oltre al neomelodico, sono stati condannati così anche tre uomini che recitavano nel video ufficiale della canzone, per il Tribunale quest’ultimi sarebbero presunti affiliati.