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Nelle ultime ore sono stati superati gli 800 decessi del lavoro nel solo 2023, secondo i dati raccolti da Usb e Rete Iside: la Campania, con 82 vittime, è la seconda regione per numero di casi. Un bollettino senza tregua: in tutta Italia si parla di 622 morti sul proprio posto di lavoro e 180 morti in itinere. Tra gli ultimi lavoratori deceduti, anche un vigilante all’Ikea di Baronissi (Salerno) colpito da un malore. Il 6 settembre altre due vittime, tra le province di Caserta e Salerno: un operaio di 51 anni schiacciato da un carrello meccanico all’interno di un’azienda a Marcianise; un 70enne travolto da una rotoballa di fieno in un capannone agricolo a Ceraso, nel Cilento.
In Campania si registra una media di oltre 9 morti al mese, stando alla ricerca dell’Unione sindacale di base. Quest’anno, non sono mancate giornate con più vittime. Ad esempio il 19 luglio, nel Napoletano. Un operaio di 20 anni è morto sul colpo a Frattamaggiore, nella sede di una ditta del settore alimentare, incastrato all’interno di un macchinario utilizzato per la macina delle spezie. La notte prima, un 59enne era spirato a seguito delle ferite, riportate nel pomeriggio, dopo la caduta in un cantiere a San Giuseppe Vesuviano. E appena 24 ore dopo, il 20 luglio, un’altra vittima a Napoli: in via Alessandro Poerio, un 50enne è precipitato dal quarto piano di un palazzo, dove effettuava lavori di ristrutturazione. Anche qui morto sul colpo. Una lista, purtroppo, in costante aggiornamento. Due decessi anche il 20 marzo, tra le province di Napoli e Caserta. A Frattamaggiore un 40enne operaio è deceduto sul colpo, dopo essere stato travolto da tubi e impalcature, in una ditta di ponteggi. Ad Aversa un 30enne, al lavoro in un cantiere, è morto dopo un volo da altezza considerevole. E via così, in una tragica contabilità. Un bilancio in cui le vite diventano numeri, e le statistiche aumentano le dimensioni del dramma. Soltanto la Lombardia (115 vittime) conta cifre più allarmanti della Campania. La ricerca vede seguire Veneto con 67 decessi; Piemonte 59, Lazio 56; Sicilia 52; Puglia 49; Emilia Romagna 46; Toscana 43; Calabria 42; Abruzzo 41; Marche 31; Friuli Venezia Giulia 25; Sardegna 21; Umbria 19; Liguria 17; Basilicata 11; Alto Adige 10; Trentino 8; Estero 6; Molise 5; Valle d’Aosta 4.
“In questi giorni – spiega una nota dell’Usbsiamo impegnati, insieme alle altre forze che compongono il comitato, nella raccolta firme per la legge di iniziativa popolare che introduce il reato di omicidio e lesioni gravi o gravissime sul lavoro nel codice penale: una norma che alla luce di quanto avviene nel Paese ci appare sempre più necessaria”. Il sindacato è convinto “che possa avere un effetto pratico di deterrenza immediato, ponendo finalmente un freno a chi taglia sulle misure a tutela di salute e sicurezza; queste troppo spesso sono viste come un costo, da ridurre per aumentare i profitti”. Migliaia di firme sono state raccolte in questa prima settimana di mobilitazione sui posti di lavoro, ma “gran parte della politica istituzionale  – avverte l’Usb – rimane sorda a questo vero e proprio grido da parte del Paese”. Per i promotori dell’iniziativa, invece, “il reato di omicidio e lesioni gravi e gravissime sul lavoro serve, ed al più presto”.  È aperta anche la procedura di firma online: tutte le info su leggeomicidiosullavoro.it.