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Non è ancora stata depositata in Procura a Milano la consulenza medico legale con tutti gli accertamenti, anche tossicologici, sul caso di Giulia Tramontano, la 29enne incinta di 7 mesi uccisa il 27 maggio dal fidanzato 30enne Alessandro Impagnatiello, che l’ha colpita con almeno 37 coltellate e ha fatto ritrovare dopo quattro giorni il corpo, gettato vicino a dei box a Senago (Milano). Verifiche, comunque, sono in corso sul fatto che il giovane possa aver anche tentato di avvelenare la compagna e il feto con un topicida. Stando a quanto riportato da ‘la Repubblica’ e da ‘Il Giorno’, nelle analisi autoptiche sui tessuti sarebbero state trovate tracce di sostanze tossiche compatibili con un veleno per topi. Procura e investigatori hanno chiarito oggi che al momento la relazione del pool di consulenti, con gli esiti finali delle analisi, non è ancora stata depositata. L’autopsia fu effettuata il 9 giugno. Così come saranno depositate nei prossimi giorni agli atti le informative conclusive dei carabinieri, le relazioni sulle analisi dei dispositivi di Impagnatiello e anche quelle scientifiche su diversi aspetti, tra cui tracce e impronte. Secondo le nuove indiscrezioni, poi, sarebbero emerse anche ricerche on line da parte del 30enne dello scorso inverno su “come uccidere una donna incinta col veleno” e “come avvelenare un feto”. Ricerche che vanno ad aggiungersi ad una già venuta a galla, ossia “veleno topi umano”. Al barman erano state sequestrate confezioni di veleno per topi che teneva in uno zainetto. Le indagini, coordinate dall’aggiunto Letizia Mannella e dal pm Alessia Menegazzo, puntano ad accertare se si sia trattato di un omicidio premeditato, come ipotizza l’accusa (aggravante, però, non riconosciuta dal gip), e se semmai qualcuno abbia aiutato il giovane nell’occultare il cadavere. Sul punto, tuttavia, non sono mai emersi elementi concreti.