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Sono già pronti a ribattere alla linea difensiva che punterà sul vizio di mente, nel caso venisse disposta una perizia psichiatrica, i legali dei familiari di Giulia Tramontano, la 29enne incinta al settimo mese uccisa con 37 coltellate dal fidanzato Alessandro Impagnatiello il 27 maggio scorso a Senago, nel Milanese. Per l’imputato domani si aprirà il processo in Corte d’Assise a Milano.
Da quanto si è saputo, infatti, l’avvocato Giovanni Cacciapuoti, che rappresenta il padre Franco, la madre Loredana, il fratello Mario e la sorella Chiara (saranno presenti in aula domani), ha già nominato due psichiatri, Salvatore De Feo e Diana Galletta, che potranno svolgere il loro lavoro di consulenti nel caso in cui la Corte, su richiesta della difesa, nel processo disponga una perizia psichiatrica per accertare un eventuale vizio di mente.
Incapacità di intendere e di volere, totale o parziale, che, qualora venisse riconosciuta, potrebbe evitare la pena dell’ergastolo per il 30enne, ex barman di un hotel di lusso, accusato di omicidio volontario aggravato da premeditazione (avrebbe fatto anche ingerire alla fidanzata veleno per topi per mesi), crudeltà, futili motivi e rapporto di convivenza. E’ anche imputato, a seguito dell’inchiesta dei carabinieri del Nucleo investigativo, coordinata dall’aggiunto Letizia Mannella e dal pm Alessia Menegazzo, per interruzione di gravidanza non consensuale e per occultamento del cadavere.
I legali Giulia Geradini e Samanta Barbaglia, che assistono Impagnatiello, hanno presentato una lista testimoni con due soli nomi, quello dello psichiatra Raniero Rossetti – che tra le altre cose si è occupato dal caso di Omar Confalonieri, l’ex agente immobiliare condannato per aver drogato e violentato alcune donne – e della psicologa Silvana Branciforti. Scelta, quella difensiva, che prelude appunto ad una richiesta ai giudici di accertamento psichiatrico.

L’udienza di domani, che si aprirà alle 9.30 nell’aula della prima Corte d’Assise (giudici togati Antonella Bertoja e Sofia Fioretta), sarà dedicata solo a questioni tecniche e preliminari. I giudici, prima di tutto, dovranno decidere sull’ammissione o meno di tv e fotografi in aula, poi sulle richieste di costituzione di parte civile (oltre a quelle dei familiari anche quella del Comune di Senago, col legale ed ex pm Antonio Ingroia). E ancora sull’ammissione prove, ossia sulle liste testi delle parti. Infine, la Corte farà un calendario per le prossime udienze.
I legali della famiglia potranno presentare le loro richieste prove dopo che saranno ammesse le parti civili. Dovrebbero chiedere, comunque, il controesame di tutti i testimoni di accusa e difesa, l’esame dell’imputato e indicare, appunto, i due consulenti psichiatri. Gli esperti della difesa, invece, saranno sentiti più avanti nel processo (una settimana prima la difesa dovrà depositare la propria consulenza psichiatrica), ossia dopo la fase dei testi dei pm. E poi la difesa dovrebbe formulare istanza di perizia.
Tra i testi indicati dai pm ci sono gli investigatori che hanno seguito le indagini, i consulenti tecnici che hanno effettuato gli accertamenti scientifici, e i familiari della vittima. Inoltre, c’è l’altra donna con cui il 30enne aveva contemporaneamente una relazione. La 23enne italo-inglese, dopo aver conosciuto proprio il 27 maggio Giulia con la quale era nato un legame di “solidarietà”, quella stessa sera non lo fece entrare in casa per “paura”, come mise a verbale. Il 30enne, che aveva una doppia vita, stando alle indagini, avrebbe potuto uccidere anche lei.