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Si profila, da quanto si è appreso e come accade in questi casi, una richiesta di processo con rito immediato, quando le indagini saranno concluse, per Alessandro Impagnatiello accusato dell’omicidio di Giulia Tramontano, accoltellata il 27 maggio nella casa della coppia a Senago. Quando avrà raccolto tutti gli elementi la Procura potrà contestare nuovamente nella richiesta di immediato, su cui dovrà esprimersi il gip (con questo rito si salta l’udienza preliminare), l’aggravante della premeditazione, esclusa nell’ordinanza di custodia. Il termine per chiedere l’immediato è 6 mesi dalla misura cautelare.

Oltre alle ricerche on line più vicine all’orario dell’omicidio, avvenuto la sera di sabato 27 maggio, nelle indagini condotte dai carabinieri e coordinate dall’aggiunto Letizia Mannella e dal pm Alessia Menegazzo è stato accertato che il barman 30enne qualche giorno prima, 5 o 6 giorni prima, da quanto è stato riferito, avrebbe cercato sul web “veleno topi umano” e una confezione di topicida è stata sequestrata ieri nell’abitazione. Non solo, dunque, quella ricerca “ceramica bruciata vasca da bagno” effettuata pochi minuti prima che Giulia rientrasse in casa. Elementi in base ai quali gli inquirenti sono sempre più convinti della premeditazione, un’aggravante che sarà contestata nella probabile richiesta di processo immediato, quando le indagini saranno concluse. Anche l’aggravante della crudeltà era caduta nella misura cautelare del gip e potrebbe essere riproposta. Il caso dell’omicidio di Giulia Tramontano, comunque, stando a quanto riferito in Procura, “è chiuso”. Anche se mancano da approfondire eventuali profili di favoreggiamento che, ad ogni modo, potrebbero essere difficilmente contestabili a familiari, essendo prevista in questi casi una causa di non punibilità. Diverso è se dovessero emergere profili di concorso nell’occultamento del corpo, altro reato contestato a Impagnatiello. Un testimone, comunque, avrebbe sentito dei rumori come di un corpo che sbatteva sui gradini che vanno verso il box. Elemento questo che escluderebbe l’aiuto di un’altra persona a sollevare il cadavere. Ad ogni modo, al momento dai rilievi effettuati ieri nell’abitazione, compresi box e cantina, sono stati trovati riscontri alle versioni fornite nelle due confessioni dal 30enne (l’omicidio è avvenuto nel soggiorno), tra cui il fatto che la vasca, dove l’uomo avrebbe tentato di dare fuoco al cadavere, è stata trovata bruciata in vari punti. Elemento importante questo in relazione all’aggravante della premeditazione, date le ricerche precedenti. Resta da verificare, anche con analisi entomologiche, quando sia stato collocato il corpo all’esterno. Il cadavere è stato ritrovato vicino a dei box in via Monte Rosa.