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Ancora un rinvio, da parte del gup di Napoli Tommaso Perrella, chiamato a decidere sulla richiesta di giudizio formulata dalla Procura di Napoli nei confronti del carabiniere (accusato di omicidio volontario aggravato) che la notte tra il 29 febbraio del 2020, nella zona di Santa Lucia, a Napoli, ha ucciso Ugo Russo. Il 14enne, com’è noto, insieme con un complice, aveva appena tentato di rapinare il Rolex al militare usando un’arma rivelatasi poi una replica di quelle originali. Il rinvio è giunto dopo l’escussione, durata diverse ore, del perito balistico che all’epoca si è occupato dell’incidente probatorio. La Procura di Napoli, sulla base delle informazioni finora acquisite, ha chiesto un’ integrazione all’incidente probatorio e il giudice si è riservato di decidere. La difesa del carabiniere si è opposta a questa istanza sostenendo già sussistenti i presupposti per la decisione di rinvio a giudizio. La prossima udienza è stata fissata per il 27 aprile. Come precedentemente anche oggi era presente in tribunale la famiglia di Ugo, che è difesa dagli avvocati Fusco, Di Donato e Mormile. Il collegio difensivo è invece composto dagli avvocati Mattia Floccher, Roberto Guida e Enrico Capone.

Mentre una cinquantina di persone ha atteso in presidio anche oggi per tutta la mattinata sotto al tribunale in piazzale Cenni, si è tenuta l’udienza preliminare in cui è stato riascoltato Paniz, uno dei periti dell’incidente probatorio (il tecnico che si è occupato della perizia balistica disposta dal GIP). Da quel che ci risulta, (l’udienza preliminare è in forma camerale), Paniz ha sostanzialmente confermato i risultati della perizia sul bossolo che ha colpito Ugo alla testa, come uno dei colpi sparati nella seconda fase della scena del delitto“. Lo rende noto in un comunicato il comitato “Verità e Giustizia per Ugo“.
Il pubblico ministero – prosegue la nota – ha però chiesto ulteriori supplementi di indagine e il gup si è riservato di decidere in merito il 27 aprile. Onestamente abbiamo seguito sempre con attenzione il grosso lavoro di indagine che è stato fatto seppure in tempi lunghissimi, ma oggi non possiamo che manifestare la nostra forte inquietudine sul fatto che in mancanza di prove e fatti nuovi sia il Pm a chiedere un supplemento di indagine rispetto a quanto realizzato in sede di incidente probatorio e che ha portato gli stessi pubblici ministeri a formulare l’accusa di omicidio volontario. Si tratta infatti di perizie che sono state già oggetto di una lunghissima valutazione da parte loro“, conclude la nota.