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Napoli – E’ la nuova (l’ennesima) faida targata Pd. Partita la caccia ai traditori nel partito. Quelli che non hanno aiutato alle regionali. “Serve una riorganizzazione del partito a Napoli” le parole del segretario metropolitano Pd, Marco Sarracino nella Direzione provinciale di oggi prima di annunciare quella che è a tutti gli effetti una vicina resa dei conti. “Penso a Scampia – dice – dove abbiamo un numero consistente di consiglieri municipali ma la maggior parte di loro non ha sostenuto il Pd alle regionali. Preferisco rinunciare ad una fetta di competitività ma candidare persone del Pd che restano, anziché quelli che il giorno dopo si ritengono libere addirittura anche di costruire altre forze politiche”. 

“Esistono i mercenari di destra e di sinistra in tanti quartieri popolari di Napoli e provincia, facciamo bene a liberarcene velocmente anche con scelte radicali” tuona l’ex consigliere regionale, Antonio Marciano nella sala dell’hotel Ramada. Punta il dito contro i consiglieri comunali. “A Barra, San Giovanni, Soccavo prima di dire che vogliamo fare l’alleanza di governo contro i sovranisti dobbiamo dire che bisogna pulire le caditoie ma per farlo serve un gruppo consiliare vero a Napoli, non afono e che sia qui quanod si discute” ha aggiunto in merito ai consiglieri comunali dem che non si sono presentati oggi in direzione. 

C’era da aspettarselo, visti i tanti trombati Pd nel Consiglio regionale. Lo chiamano “aggiornamento della segreteria metropolitana dem”, tradotto sarà un rimpasto come annnuncia Sarracino. Di fronte a lui le facce scure degli ex consiglieri regionali Pd non riconfermati nonostante le migliaia di voti, anche a causa delle tante liste a sostegno di Vincenzo De Luca. In prima linea Antonio Marciano e Enza Amato

“Non possiamo essere soddisfatti della composizione del consiglio regionale” aggiunge guardando poi alle comunali dove il piano è quello di “un campo antisovranista con profonda discontinuità con questa amministrazione comunale”. Quindi nessun accordo con il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris “Se vogliamo allargare il campo con altri soggetti non si possono decidere regole e gioco in autonomia come con le Primarie”.