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Napoli – Nel comune di Ponticelli il personale sanitario dell’ambulanza del 118 è stato chiuso in casa dalla sorella di un paziente durante una visita a domicilio. Secondo i soccorritori infatti non c’erano gli estremi per portare l’uomo in ospedale. La donna però li ha minacciati di non potersi muovere se non trasportando il fratello al nosocomio.
 
Questo il post della pagina facebook Nessuno Tocchi Ippocrate: “Succede oggi ad Acerra, precisamente a Corso Italia nel complesso delle case popolari. Viene allertata la postazione 118 di Acerra per paziente COVID positivo. L’equipaggio, capitanato dal Dott. Corrado Violetti, dopo pochi minuti è sul posto e ,con sommo stupore, scoprono che il paziente ,malato di COVID nonché etilista cronico ,era stato dimesso da meno di un ora dal PS di Frattamaggiore. La sorella pretende un nuovo trasporto in pronto soccorso nonostante la stabilità clinica del congiunto (uso taxi), alle rimostranze del medico del 118 la signora chiude la porta di casa con la chiave esclamando :” da qui non uscite se non portate mio fratello in ospedale”.
 
Da qui iniziano decine di minuti di preoccupante attesa durante i quali l’equipaggio riesce ad allertare le forze dell’ordine che arrivano con 3 volanti. Alla fine ,tramite la mediazione di un altro fratello e degli uomini dell’arma ,l’equipaggio viene liberato. Interruzione di pubblico servizio e sequestro di persona sono i capi di accusa ai quali deve rispondere la sorella del richiedente. Il presidente NTI Dott. Manuel Ruggiero: “chiediamo alla magistratura di applicare la massima pena affinché questi episodi non macchino più i nostri camici sudati durante una pandemia a dir poco estenuante”.