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Bagnoli (Na) – Rodolfo Zinco, soprannominato ‘il gemello’, voleva conquistare la zona occidentale di Napoli dopo la sua scarcerazione a marzo del 2015. Ma la situazione criminale era cambiata: il clan D’Ausilio aveva perso il controllo di estorsioni, traffici di droga e appalti e gli ‘scissionisti’ dei Giannelli avevano conquistato tutto, soprattutto le estorsioni nella zona delle discoteche dell’area Flegrea con incassi di 50mila euro ogni fine settimana. Proprio per questa ragione Zinco fu attirato in una trappola e ucciso a colpi di pistola, praticamente davanti casa il 22 aprile del 2015. Tra i destinatari della misura Alessandro Giannelli e di Maurizio Bitonto, poi Antonio Calone e Patrizio Allard, esponenti della zona del Rione Traiano. Secondo quanto emerge dall’indagine della Dda di Napoli il clan Giannelli, che agiva tra via Cavalleggeri d’Aosta, Coroglio, Agnano e Bagnoli, aveva vita facile grazie ai Licciardi di Secondigliano (Napoli). I Licciardi, usando i Giannelli, avevano affidato incarichi ai suoi affiliati, che controllavano il territorio e impedivano qualsiasi intromissione non autorizzata: con spedizioni punitive e le cosiddette stese. I parcheggiatori abusivi venivano retribuiti con ogni giorno e lo ‘stipendio’ ammontava a circa 2.000 euro a parcheggio nelle serate di maggiore affluenza.