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Napoli – Cambio al vertice dell’Anac, Raffaele Cantone lascia la presidenza dell’Autorità nazionale anticorruzione. Lo fa con una lettera pubblicata sul sito istituzionale dell’organismo: «Ho sempre considerato la magistratura la mia casa, che mi ha consentito di vivere esperienze straordinarie dal punto di vista umano e professionale, a cominciare dal periodo alla Direzione distrettuale antimafia di Napoli. Per queste ragioni ho ritenuto fin dall’inizio il mandato di Presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione una parentesi, per quanto prestigiosa ed entusiasmante. Adesso, dopo oltre cinque anni, sento che un ciclo si è definitivamente concluso, anche per il manifestarsi di un diverso approccio culturale nei confronti dell’Anac e del suo ruolo. È una convinzione che ho maturato progressivamente e che nei mesi scorsi mi ha spinto a presentare al Consiglio superiore della magistratura la candidatura per un incarico direttivo presso tre uffici giudiziari. Nelle ultime settimane le dolorose vicende da cui il Csm è stato investito hanno tuttavia comportato una dilazione dei tempi tale da rendere non più procrastinabile una decisione».

Napoletano, 56 anni da compiere il prossimo novembre, Raffaele Cantone ha assunto la guida dell’Anac cinque anni fa: il 27 marzo 2014 l’allora premier Matteo Renzi lo propose come presidente, nomina confermata dal Parlamento. Il suo mandato sarebbe scaduto a marzo 2020. Entrato in magistratura nel 1991, è stato sostituto procuratore presso il Tribunale di Napoli, dove si è occupato principalmente di criminalità economica, fino al 1999. È poi entrato nella Direzione distrettuale antimafia partenopea, di cui ha fatto parte fino al 2007. Si e’ occupato delle indagini sul clan dei Casalesi che hanno portato alla condanna all’ergastolo dei bossi Francesco Schiavone, detto Sandokan, Francesco Bidognetti, detto Cicciotto ‘e Mezzanott, Walter Schiavone, detto Walterino. Alla presidenza dell’Anac ha dato forte impulso all’attività per prevenire l’infiltrazione della corruzione negli appalti pubblici e agli interventi sulle operazioni sospette o a rischio.