- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Napoli – Dalla scuola al Commissariato. Nessun passo in avanti nella vicenda relativa a Lino, il ragazzino di 13 anni di Scampia, periferia a nord di Napoli, al quale è stato vietato di seguire le lezioni perché porta le treccine di colore blu. L’anno scolastico per il giovane studente, iscritto all’Istituto comprensivo Ilaria Alpi-Carlo Levi, non è ancora iniziato perché la sua acconciatura non rispetta le regole imposte dalla preside Rosalba Rotondo e accettate, stando alla ricostruzione della prima dirigente, dai genitori.

Questa mattina, lunedì 16 settembre, nonostante il clamore mediatico dei giorni scorsi, la vicenda è finita al Commissariato di Scampia. Lino si è ripresentato con lo stesso look e la preside ha ribadito la posizione della scuola (“Non puoi entrare”). Posizione che non è andata giù ai genitori che hanno chiamato la polizia per garantire il diritto allo studio del figlio. I protagonisti sono stati condotti in Commissariato poi – stando a quanto riferito da una zia di Lino – il ragazzo “è entrato in classe accompagnato dalla polizia e alcuni suoi professori contro il volere della preside, che in tutti i modi ha cercato di ostacolare l’entrata di mio nipote, Lino ha fatto lezione con i suoi compagni come suo diritto”.

Il giovane è rientrato in classe dopo aver promesso alla preside di tagliarsi le treccine blu e ripresentarsi a scuola con un look congruo alle regole imposte dall’Istituto. A spiegarlo è stata la madre Carla al termine dell’ennesima mattinata ad alta tensione. “Una decisione – ha spiegato la donna – che ha preso stesso Lino per poter tornare in aula con i compagni e seguire le lezioni.”